Protesta dei ristoratori a Roma, trenta maremmani nella Capitale per "IoApro"

Massimiliano Pepi, Moreno Cardone e molti altri imprenditori di Grosseto da ieri mattina nella Capitale per la protesta di ’Io apro’

I ristoratori Maremmani alla manifestazione a Roma

I ristoratori Maremmani alla manifestazione a Roma

Grosseto, 13 aprile 2021 - Anche una trentina di grossetani erano ieri a Roma alla manifestazione del gruppo spontaneo ’Io apro’, un sodalizio di liberi ristoratori italiani, indipendenti da qualsiasi sigla sindacale o associazione, che hanno deciso di scegliere la strada della contestazione per far valere il proprio diritto al lavoro leso da promesse non mantenute e restrizioni rafforzate.

La giornata di proteste a Roma

La manifestazione di ieri era stata programmata da tempo, ma nei giorni scorsi le autorità avevano deciso di revocarne l’autorizzazione. Nonostante questo i ristoratori di ’Io apro’ hanno comunque deciso di recarsi a Roma per una sorta di ’assaggio’, di quella manifestazione autorizzata che dovrebbe invece tenersi stamane, sempre nel centro della Capitale e alla quale dovrebbero aggregarsi tanti altri grossetani, pronti a mobilitarsi da Follonica, Castel del Piano, Seggiano, Gavorrano e da tanti altri Comuni della Maremma. Nutrita, ovviamente, anche la rappresentanza dei ristoratori di Grosseto.

Ieri a Roma a guidare i maremmani c’era il solito Massimiliano Pepi degli Attortellati, il quale negli ultimi tempi non ha mai mancato una manifestazione di piazza contro il Governo. "Manifestiamo in maniera pacifica, vogliamo solo poter lavorare – ricordava ieri pomeriggio lo stesso Pepi, parlando al telefono.

"Non vogliamo avere nulla a che fare con i facinorosi che vogliono sfruttare la nostra protesta per fare casino, per questo ci stiamo allontanando dalle piazze dove si stanno registrando degli scontri – aggiunge Pepi – Stiamo trattando per poter mandare una nostra delegazione a parlare con il Governo. Qui non ce la facciamo più. Vogliamo lavorare, vogliamo aprire i nostri locali. Non possiamo aspettare un giorno di più. Non ce la facciamo a reggere il peso di una chiusura che si potrare da sette mesi. Per loro, cioè per quelli che ci governano – dice Pepi – i giorni sono tutti uguali, per noi no. Non abbiamo alternative. Non servono più gli incontri, servono le soluzioni. Se non ci danno le soluzioni non ci resta che la piazza".

Il gruppo dei ristoratori grossetani presenti ieri a Roma è stato sempre aggregato al grosso del movimento ’Io apro’, ma è sempre iuscito a evitare i luoghi in cui si sono verificati i momenti di maggiore tensione con le forze della polizia. L’ultimo contatto che abbiamo avuto con la delegazione maremmana è stato quando questa si trovava in via dei Prefetti.

"Qui la situazione è tranquilla – ci siamo allontanati da quelli che voloevano fare solo confusione – dice ancora Pepi – C’è tantissima gente ma la situazione è tranquilla". I maremmani si sono fermati a Roma per tutto il pomeriggio e per l’intera notte in attesa di ricongiungersi con altri colleghi della ristorazione e di altre categorie economiche penalizzate dalle restrizoni (parrucchieri ed estetiste su tutte) che giungeranno nella capitale stamane.

«Ci stiamo organizzando – dice Leonardo Peccianti, del ristorante la ’Locanda de’ Medici’ di Grosseto – Spero che domattina (oggi, ndr) potremo essere in tanti. Dobbiamo fare sentire in maniera molto forte e soprattutto compatta la nostra voce. Non ce la facciamo davvero più. Non possiamo aspettare nemmeno un altro giorno per poter lavorare. Dobbiamo riaprire subito o vanno in fumo decenni di sacrifici. Il momento è difficile, ma è questa l’ora di farci sentire. Vogliamo lavorare, il lavoro è e deve restare un diritto".