Mamma rischia di morire durante il parto, due vite salvate in pochi minuti

Straordinario intervento dell’equipe di ostetricia e ginecologia dell’ospedale che strappa alla morte una 35enne e la sua figlioletta

La mamma e la bambina sono state salvate in extremis (Foto di repertorio Ansa)

La mamma e la bambina sono state salvate in extremis (Foto di repertorio Ansa)

Grosseto, 10 agosto 2022 - Due vite salvate in extremis nella tarda serata di lunedì al "Misericordia" di Grosseto grazie alla prontezza dell’equipe ginecologica e ostetrica coordinata dal dottor Antonios Kenanidis e di cui hanno fatto parte l’aiuto Antonietta Labianca, l’anestesista Serena Rechichi, il pediatra Alceo Crescenzi e tutti gli infermieri e assistenti prontamente entrati in sala parto non appena hanno capito l’eccezionale gravità del caso che gli si era presentato.

Accade tutto nella sera di lunedì quando pochi minuti prima delle 22 al Pronto soccorso ostetrico del Misericordia si presenta una donna di 35 anni, di nazionalità straniera, diabetica con trattamento di insulina, incinta alla 35esima settimana di gravidanza. La ragazza accusa forti dolori addominali. Viene immediatamente sottoposta a monitoraggio e ostetriche e medici si accorgono subito della gravità della situazione. Il feto è in gravissima sofferenza, un epilogo nefasto è altamente probabile. Lo dicono le statistiche, ma soprattutto lo dicono i dati strumentali che l’equipe di Kenanidis, La Bianca, Rechichi e Crescenzi leggono in maniera molto lucida.

Si decide di andare subito in sala parto ed effettuare un cesareo d’urgenza. In questi casi la velocità e la precisione di intervento sono fondamentali. Un secondo in più o una incertezza del bisturi possono essere fatali. Ma lunedì sera professionalità, tecnica e coordinamento hanno fatto la differenza tra la vita e la morte.

’ Non oggi’ era il motto di Andrea Fanti, il personaggio della nota serie televisiva di Rai Uno ‘Doc – Nelle tue mani’ interpretato da Luca Argentero. Quella era una fiction, al Misericordia di Grosseto, invece, è andata in onda la realtà. In meno di venti minuti una situazione dall’esito negativo altamente probabile sia per la mamma, sia per il bambino è stata completamente capovolta e risolta nel migliore dei modi possibili tanto che oggi, mamma e bambina (perché si tratta di una femminuccia) stanno bene, respirano senza ausilio di ossigeno e non c’è stato bisogno di attivare le terapie intensive. L’intervento è stato difficile perché la bambina era completamente di traverso e la sofferenza fetale di tutta evidenza. Dopo l’incisione, la piccola è stata estratta in pochissimi secondi, meno di un minuto. Ha vinto la vita. Ha vinto la sanità buona, quella di provincia spesso bistratta, ma che è fatta di donne e uomini che credono in quello che fanno. E quando hanno fatto il loro dovere ricominciano da capo. Stanchi, ma indomiti. È la storia di tutti i giorni e anche dell’altro ieri sera.

Perché subito dopo la gravissima emergenza di mamma 35enne e bimba in grembo che rischiavano di morire (risolta poi positivamente come raccontato), la stessa equipe Kenanidis, La Bianca e Rechichi hanno dovuto fronteggiare un’altra situazione difficile. Un’altra giovane mamma, anch’essa di nazionalità straniera, che aveva appena dato alla luce un bellissimo maschietto aveva avuto un’emorragia post parto molto seria. Giusto il tempo di cambiare camci, guanti, attrezzi, sala e tutto ciò che è necessario per operare in sicurezza e i medici sono di nuovo lì a salvare vite, riuscendoci. La sanità pubblica è questo. è l’insieme di donne e uomini normali ai quali, a volte, dire solo grazie è troppo poco. Ma a loro basta.