E’ stato un lavoro importante quello delle scuole: ognuno si è occupato di un lavoro preciso. Gli studenti della primaria hanno lavorato a slogan (ben 25, tutti diversi), disegni, loghi e frasi, che sono stati stampati sulle magliette; i ragazzi delle scuole medie hanno realizzato un vademecum sui comportamenti da tenere in rete e dei video, mentre gli studenti delle superiori hanno creato e-book, video e presentazioni. "Il Coeso, con i suoi professionisti e in collaborazione con la Asl e con la Regione Toscana – ha detto il direttore del Coeso, Tania Barbi – è il punto di riferimento per la rete di soggetti che lavorano ogni giorno per fornire a genitori, insegnanti, educatori gli strumenti per supportare chi è vittima o agisce bullismo. Il lavoro di contrasto alla violenza, reale o virtuale, va avviato sin dalla più tenera età ed è importante, per questo, che siano proprio gli studenti i protagonisti attivi di percorsi di sensibilizzazione e promozione di comportamenti diversi, incentrati sul rispetto e sull’accoglienza e la modalità di rete, che unisce competenze diverse, è la più adatta per fronteggiare con strumenti nuovi un fenomeno antico che ricorrere, oggi, a tecnologie moderne. Necessaria la sensibilizzazione degli adulti perché sappiano cosa fare e a chi rivolgersi in caso di un episodio di bullismo".