
L’incontro di ieri mattina per presentare il referendum con il quale si vuole tornare a una dimensione territoriale della sanità, senza accorpamenti
GROSSETOUn referendum per chiedere il ritorno a una sanità più vicina al territorio e ai cittadini. È questa l’idea alla base dell’iniziativa lanciata da un ampio fronte di comitati civici e forze politiche, da Rifondazione Comunista al Movimento 5 Stelle, fino al consigliere regionale di centrodestra Andrea Ulmi, per modificare la legge regionale 84/2015 che ha accorpato le dodici aziende sanitarie locali in tre grandi Asl. Il referendum, di tipo consultivo, è stato presentato ieri anche a Grosseto nei locali dell’Usb e punta a rimettere al centro il principio costituzionale della sanità pubblica e universale. La riforma sanitaria del 2015, secondo i promotori, avrebbe allontanato i servizi dai cittadini, centralizzando le decisioni e aumentando la complessità organizzativa senza portare miglioramenti tangibili.
"È una battaglia per riportare la sanità a una dimensione territoriale, non ideologica - ha spiegato Andrea Ulmi - Le ASL attuali sono troppo distanti dai bisogni locali. Serve tornare a una dimensione provinciale o quantomeno a una sanità a misura di cittadino". A livello locale la raccolta firme è già attiva in 15 comuni della provincia (Castiglione della Pescaia, Campagnatico, Cinigiano, Civitella Paganico, Follonica, Grosseto, Manciano, Massa Marittima, Monte Argentario, Monterotondo Marittimo, Montieri, Orbetello, Pitigliano, Scansano e Sorano), ma il comitato promotore fa sapere che a breve si estenderà a tutti i 28 municipi grossetani.
L’obiettivo è raggiungere le 30mila firme entro il 30 settembre, soglia necessaria per portare il quesito all’attenzione del Consiglio regionale. Stefania Amarugi, segretaria provinciale di Rifondazione Comunista, ha denunciato: "Il blocco delle assunzioni, l’aumento degli spostamenti e la perdita di qualità dei servizi. È una battaglia anche ideologica – ha aggiunto – ma soprattutto una richiesta di ascolto da parte dei cittadini". Dello stesso parere Sabrina Ciaffarafà dei Comunisti Italiani e Giacomo Gori, del Movimento 5 Stelle aggiunge: "Il modello sanitario toscano ci è stato presentato per anni come il migliore d’Italia, ma oggi mostra tutti i suoi limiti. Sosteniamo il referendum e proponiamo anche la creazione di una commissione di inchiesta comunale per raccogliere dati e formulare proposte reali. C’è un ampio gruppo di consiglieri grossetani pronti a sostenere questa iniziativa". I dati presentati da Stefano Corsini, segretario provinciale USB, parlano chiaro: "Negli ultimi anni la ASL Sud Est ha perso oltre 400 dipendenti, pari al 5% del personale. E in Toscana sono stati tagliati circa 1000 posti letto negli ospedali pubblici". Il referendum, con il supporto di amministratori, attivisti e cittadini, vuole così rappresentare un’occasione per riaprire il dibattito su una sanità più equa e radicata nei territori.
Nicola Ciuffoletti