"Con la votazione della delibera che è stata approvata andiamo a riacquistare i 215 ettari di riserva naturale della Diaccia Botrona. I restanti 700 si tratta di terreni agricoli seminativi per i quali abbiamo in piedi un progetto con la fondazione Capellino sulla biodiversità e sula contrasto del cuneo salino". Francesco Limatola, il presidente della Provincia, dà una spallata alle polemiche sull’acquisto della Diaccia Botrona. "E’ solo strumentalizzazione – aggiunge – e invito i consiglieri di minoranza di informarsi meglio. Prima c’era un comodato d’uso da parte del Comune di Castiglione che l’ha esercitato, oggi invece la Provincia riacquista la parte che gli interessa. Ovvero quella della riserva naturale che è vincolata". Poi chiude: "Avrei voluto ricomprarla con i soldi della vendita, ovvero circa 6milioni, ma non si può per esigenze di bilancio. I 400mila euro verranno spesi dilazionando il pagamento con le esigenze di bilancio". Non molla di un millimetro invece Giacomo Gori, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle che ha seguito punto dopo punto la vicenda della vendita della Diaccia Botrona. "La delibera che è stata approvata dal Consiglio provinciale – ha iniziato Gori - è un atto che è stato fatto di comune accordo con la controparte. Ovvero con coloro che hanno acquisito legittimamente l’area che era stata messa in vendita. É impossibile approvare una delibera del genere: che dà la possibilità alla controparte di riacquistare delle particelle di terreno. E’ chiaro che siamo al limite della legittimità. Giuridicamente si tratta di un atto che non sta in piedi. Ma tanto già so che nessuno farà ricorso". Gori prosegue: "L’atto che è stato sottoscritto in Consiglio provinciale è l’ultimo di atti approvati scientemente e premeditatamente per arrivare ad un sì alla vendita. Infischiandosene di un accordo scritto che ho firmato in cambio del voto affinchè Limatola diventasse presidente della Provincia. Così come è avvenuto. Il tutto per far diventare questa operazione così complessa, per evitare che altri potessero opporsi". "Una manovra" secondo Gori "che ho vissuto in prima persona e ho denunciato. Che di fatto ha sconnesso gli accordi politici. Si tratta di un fatto di una gravità inaudita anche e soprattutto politica e che darà sicuramente contraccolpi importanti. Limatola non ha più, agli occhi del buonsenso e dell’etica politica, il diritto di sedere su quello scranno". Poi chiude svelando anche altri retroscena: "Sabato (domani ndr.) incontrerò la stampa e svelerò altri particolari su questo accordo preso dal presidente Limatola per la vendita della Diaccia Botrona". Matteo Alfieri