‘La Camorra voleva prendere il campeggio a Follonica’

A dirlo è un affiliato a una delle famiglie malavitose presenti nel Golfo intervistato dal giornalista Pietro Mecarozzi nel servizio di Rai News24

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GROSSETO

Mafie che vogliono rimanere invisibili. Ma capita che vengano allo scoperto. Come è accaduto per il Veliero di Follonica. Uno dei più grandi camping della Maremma che con i suoi mille posti fattura ogni anno intorno ai 2 milioni di euro. Una struttura che fa gola. Al punto che su di essa avrebbe messo gli occhi la Camorra. A dirlo è un affilato ad una delle famiglie camorristiche intervistato dal giornalista Pietro Mecarozzi nel servizio inchiesta andato in onda domenica sera su Rai News24.

"So che qualcuno ha provato a comprare il campeggio ma lui li ha respinti e se l’è andata a cercare. Ma non siamo stati noi, è stata un’altra famiglia presente in Maremma" racconta l’uomo vestito di nero con il volto nascosto da un passamontagna davanti alla telecamera del giornalista Rai. È un affiliato alla Camorra. Vive in Maremma da 10 anni. "Qua devi tenere un profilo più basso perché gli affari devono sembrare il più possibile puliti" dice l’affiliato. Poi in dialetto spiega il suo ruolo. "Devo lavare i soldi che vengono da Napoli, questo devo fare. Sono soldi che vengono dalla spaccio, dal traffico di armi, dalle rapine. È un po’ un posto... nessuno ci conosce, però tutti sanno quello che possiamo fare". Insomma la Maremma terra di affari. E per farli le mafie tendono a mimetizzarsi. È lo stesso magistrato Nicola Gratteri a spiegare il modus operandi. Quello cioè di "mantenere lo stesso proprietario ma di fatto dietro ci sono n’drangheta, camorra e mafia e il soggetto diventa un prestanome". Persone che approfittano dello stato di necessità degli imprenditori e pronte a rilevare le loro attività ad un passo dal fallimento. "In un anno a Follonica sono stati aperti da uno stesso soggetto 4-5 locali fra Follonica e Piombino" dice il sindaco Andrea Benini lasciando intendere che a Follonica la criminalità organizzata c’è. E a confermarlo, sempre nel servizio della Rai, c’è anche un uomo del calibro di Gaspare Mutolo, che prima di diventare collaboratore di giustizia, ha vissuto nel Grossetano. "Il mafioso – dice Mutolo – pensa di essere persona per bene e cerca persone per bene. E corrompe la persona per bene. La malavita locale la evita. Io a Follonica ho molti amici. Viviamo nella legalità ma se vedono di fare l’affare con la camorra, lo fanno".

E a Follonica è passata anche un’altra figura di spicco della Nuova Camorra Organizzata. È Peppe O’Biondo, al secolo Giuseppe Di Girolamo, condannato per reato associativo ed estorsione, che "ha vissuto e fatto affari a Follonica". Qui attraverso una società gestiva un albergo 4 stelle e beni immobili per 300 mila euro. Ma in Maremma ci sono anche i russi che hanno acquistato "beni immobili grazie ai soldi delle società off shore". Russi, dice il reportage, che dalla Versilia si sono spinti fino alla bassa Toscana dove "trovano terreno fertile per investire le loro ricchezze". Capitali di cui diventa difficile, se non impossibile, ricostruire la provenienza. Fra loro l’oligarca Igor Rotenberg che ha comprato una tenuta all’Argentario e un’altra a Roccamare. A lui si attribuisce anche il fallimento della società italiana di domotica EggZone, per la quale è in corso un processo a Grosseto. Nicola Tinucci ne era il titolare. Il loro progetto aveva entusiasmato Rotenberg che si era affidato a loro. I soldi per la costosissima ristrutturazione erano stati anticipati dalla stessa Eggzone che si era fidata del cliente ma i soldi smettono di arrivare e la società fallisce. "Noi – racconta Tinucci nel servizio di Mecarozzi – gli abbiamo dato la possibilità di poter gestire l’abitazione attraverso il suo smartphone". "La nostra bella realtà è morta– aggiunge Alessandra De Siati, socia e moglie di Tinucci –. I nostri bozzetti sono passati alla concorrenza".

Angela D’Errico