L’ex Diversivo ora è del Comune

Firmata con l’Agenzia del Demanio una concessione, rinnovabile, di sei anni. Adesso parte la riqualificazione

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Miracolo? No: determinazione, strategia e impegno. Il Comune di Grosseto ha finalmente un titolo giuridico per operare in piena autonomia, seppur nel rispetto dei vincoli urbanistici e paesaggistici che sovrintendono la città, sull’immensa area dell’ex Diversivo. Dall’altro ieri il Municipio ha ufficialmente e formalmente in concessione un’area verde che è un bene prezioso per tutta la città. Sei anni di concessione più altri sei, rinnovabili, in base a un contratto sottoscritto con il Demanio a un canone annuo irrisorio: 213 euro. Nessun refuso: il Comune pagherà al Demanio una sorta di affitto al Demanio per duecentotredici euro all’anno. Non un centesimo di più. A questi soldi, invero, sono da aggiungersi poco più di 2mila euro per tutte le partite sospese degli ultimi 10 anni. Essere entrato in possesso dell’ex Diversivo, seppur in regime concessorio, permetterà al Comune di poter svolgere la manutenzione ordinaria, ma soprattutto di dare vita a progetti di valorizzazione alcuni dei quali pensati anche da vecchi sindaci. Sia Antichi che Bonifazi, infatti, avevano espresso più volte l’intenzione di fare qualcosa al Diversivo, ma si sono dovuti fermare di fronte al fatto che il terreno non era il ’loro’, cioè del Comune.

Riccardo Megale, assessore ai lavori pubblici e al patrimonio, invece, è riuscito a ottenere quel titolo di ’proprietà’ (non è esattamente così, ma i riflessi pratici sono gli stessi) che consentirà al Comune di valorizzare l’area con 3 lotti di bosco urbano (progetto da 500mila euro, di cui 100 di risorse comunali, già pronto) e un’area verde attrezzata. "Siamo riusciti laddove altri hanno fallito anzitutto per l’intuizione del sindaco Vivarelli Colonna di mettere in capo a un’unica persona le deleghe al patrimonio e ai lavori pubblici – dice Riccardo Megale – Questo ha indubbiamente agevolato il lavoro degli uffici e dei tecnici che sono stati bravissimi a trovare la soluzione giusta, quella della concessione, per poter realizzare idee sostenibili che furono anche di altri".

Andrea Fabbri