Roghi a Castiglione, il cerchio si stringe. Le telecamere incastrano il piromane

Castiglione della Pescaia, da un filmato arriva la svolta alle indagini

Roghi a Castiglione della Pescaia

Roghi a Castiglione della Pescaia

Grosseto, 8 luglio 2017 - IL CERCHIO intorno al piromane si sta stringendo. Oltre 160 ettari di macchia andati in fumo nelle campagne di Castiglione della Pescaia, quasi 400 incendi nei primi sei mesi dell’anno in Maremma. Un numero già superiore rispetto agli stessi mesi dell’anno scorso, ma gli inquirenti avrebbero in mano fatti concreti per incastare il piromane: le immagini delle telecamere di vigilanza. Dopo il tremendo incendio che ha messo in ginocchio una buona parte della provincia, le indagini dei carabinieri si sono intensificate. E hanno portato a una pista: pare infatti che le telecamere installate un anno fa sulla strada Panoramica di Castiglione della Pescaia, quando ogni giorno intorno all’ora di pranzo scoppiava un incendio, abbiano «ripreso» qualcosa.

POCHI fotogrammi, pare, ma che sono stati sufficienti per condurre i militari verso una direzione. Pare infatti che le immagini chiariscano bene che in quella zona, pochi istanti prima delle fiamme, sia stata vista una figura umana. La difficoltà, però, è che le immagini non sono chiare e quindi è praticamente impossibile individuare un volto. Operazione comunque complicata dei militari che, di concerto con i vigili del fuoco, stanno cercando proprio in queste ore – a bonifica della superficie bruciata praticamente ultimata – di cercare di individuare gli inneschi che non sono stati trovati. Gli inquirenti, nei quattro punti dove il fuoco è «partito» contemporaneamente, anche ieri hanno effettuato dei sopralluoghi.

Ma di inneschi neppure l’ombra. Le ipotesi, però sono molte: se l’anno scorso era stata utilizzata la «diavolina», il materiale infiammabile che si usa per accendere il barbecue, quest’anno pare che gli inneschi siano diversi. Si parla di sigarette «modificate» con un mazzetto di fiammiferi ma anche candele, piantate nel terreno dove c’è la vegetazione più secca, e poi accese. Materiali che, in caso di incendio di grandi proporzioni, non lasciano traccia nel terreno. Ma ora c’è quel filmato e quella persona ripresa. Una pista, seppur flebile, che fa sperare che quest’incubo possa finire.