Potenziata la rete interaziendale dell’area vasta Toscana sud est grazie al nuovo protocollo per la cura dell’ictus ischemico acuto, con grande collaborazione tra l’Aou Senese e l’Asl Toscana sud est. Le nuove misure assicurano cure più adeguate e tempestive a un numero sempre maggiore di possibili pazienti, visto anche l’incremento della patologia che è legata a fattori di rischio molto diffusi tra cui ipertensione, diabete, obesità, ipercolesterolemia, sedentarietà, fumo e abuso di alcol. "Ogni anno – spiega il professor Giuseppe Martini, direttore della Stroke Unit dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese –- si verificano nella nostra Area Vasta circa 2mila ictus ischemici ai quali viene data una risposta terapeutica nella fase acuta negli ospedali della rete autorizzati alla fibrinolisi sistemica e alle procedure endovascolari, effettuate solo alle Scotte di Siena, che possono essere associate o meno alla fibrinolisi sistemica. La sinergia fra i vari Stroke Team dell’Area Vasta e il 112 – prosegue Martini – ha permesso di trattare nel 2021 più del 20% di pazienti con ictus ischemico con ottimi risultati sulla disabilità residua". "Il nuovo protocollo – aggiunge la dottoressa Rossana Tassi, neurologa della Stroke Unit e coordinatrice del gruppo di lavoro che ha partecipato alla stesura del protocollo - recepisce le ultime indicazioni delle linee guida del trattamento dell’ictus ischemico acuto, che permettono di ampliare la finestra terapeutica che è fondamentale, cioè il tempo che intercorre fra l’inizio dei sintomi e il trattamento, oltre le 4,5 ore e fino alle 9 ore per la fibrinolisi sistemica e fino alle 24 ore dall’insorgenza dei sintomi per le procedure endovascolari. Per ottimizzare i risultati - prosegue Tassi - diviene fondamentale il ruolo dell’emergenza territoriale". Poiché l’ictus ischemico è una patologia tempo-dipendente (più tempo passa dall’esordio dei sintomi e il trattamento e minori saranno le possibilità di recupero), il complesso meccanismo della Rete deve essere costantemente monitorato. "Il nuovo protocollo comporta un impegno rilevante per il sistema dell’Emergenza territoriale, sia in termini di appropriata selezione dei pazienti che di mezzi utilizzati" ha detto Massimo Mandò, direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza.