Giannutri, chiudono ristorante e market. Sull'isola non resta più niente

Il proprietario Franco Mojana "Impossibile andare avanti tra costi, concorrenza sleale e servizio idrico indecoroso"

Il titolare Mojana sconsolato

Il titolare Mojana sconsolato

Grosseto, 25 agosto 2017 - Era rimasto l'ultimo baluardo sull'isola dei gabbiani. Ma alla fine anche lui ha detto basta. Ha chiuso da dieci giorni l'unico ristorante dell'isola di Giannutri – La Tanuta, a cala Spalmatoio – nonché il minimarket. E' sconsolato, avvilito, scuote la testa Franco Mojana, colui che da solo negli ultimi anni aveva provato a dare un servizio all'isola.

L'ennesima saracinesca è stata abbassata. E l'isola di Giannutri resta ancora di più abbandonata a se stessa. Sull'isola più a sud della Toscana, dove non esistono servizi né attività commerciali, ha chiuso i battenti il ristorante – l'unico che c'era -, il minimarket e tra poco chiuderà anche il bar. Mojana, che gestiva tutte e tre le attività commerciali, e che da 4 anni vive a Giannutri, ha deciso di alzare bandiera bianca, perché impossibilitato a contrastare le difficoltà titaniche che si erano manifestate negli anni. Il problema della fruizione del servizio idrico, giunta a livelli insopportabili, il calo dei visitatori ed i costi dei trasporti per raggiungere l'isola hanno messo in ginocchio la sua attività, che di fatto era l'unica. “Ho deciso di chiudere – spiega affranto Mojana -, dopo Ferragosto ho chiuso ristorante e market. Da maggio ad oggi abbiamo fatto 100 coperti. Impossibile andare avanti. Davo lavoro a quattro persone, due al ristorante e due al market. Tengo aperto il bar qualche altro giorno, anche perché il bagno del mio bar è l'unico utilizzabile in tutta l'isola ed è a servizio anche dei visitatori”.

Mojana ha frequentato Giannutri per quarant'anni, prima di decidere di stabilirsi stabilmente quattro anni fa. “La fruizione del servizio idrico – racconta - è indecente. L'acqua non è utilizzabile. Il dissalatore ha i tubi erosi dal sale perché manca il mineralizzatore. I costi per il trasporto della merce creano ogni anno disagi e difficoltà. E le compagnie che portano i turisti mi boicottano, dicendo alla gente di portarsi il pranzo al sacco perché a Giannutri non c'è dove mangiare”. Tanti problemi, tra cui anche quelli della concorrenza sleale. “Per non parlare dei ristoranti “abusivi” - dice Mojana – nati nelle private abitazioni, tutti sprovvisti di permessi e licenze. Tutto ciò mi ha messo in ginocchio. Non ho aperto queste attività per cercare il lucro, ma per dare un servizio. Ma tutto ha un limite”.