Gessi rossi a Cala Vallina? L’ipotesi fa discutere

Lo stoccaggio in questo sito resta più di un’idea però Maule avverte "Non è il luogo idoneo"

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La crisi che ha portato il conferimento dei gessi rossi, un problema di rilevante importanza ed attualità nella piana del Casone, sembra poter imboccare una strada, ancora in salita, ma certamente da seguire con interesse. La direzione è sempre quella: Cava Vallina.

Questo immenso "anfiteatro" è finito al centro di tante attenzioni e le maestranze della fabbrica che produce questi scarti di lavorazione, con l’acquisizione della vasta area, un tempo cava, da parte di Venator, sperano che si possa raggiungere la soluzione definitiva. Fra i dipendenti sentiti durante la manifestazione davanti ai cancelli della fabbrica, l’augurio è che Cava Vallina rappresenti il punto di accordo della vicenda ma le maestranze sollecitano una spedita corsa verso la soluzione dei passaggi burocratici che sembrano ancora bloccare l’ite.

Restano da superare diversi ostacoli, due in particolare, quello del cambiamento della qualificazione di quel territorio da cava a discarica e l’ altro passaggio, non indifferente, che è quello del pensiero di chi vive fra Bagno, Filare e capoluogo sulla nascita di questa struttura che, fra le altre cose, potrebbe far nascere problemi di traffico pesante.

Andrea Maule, capogruppo di Centrodestra Gavorrano, su questo argomento ha già avuto modo di manifestare "perplessità in merito all’idoneità della Vallina ad ospitare i gessi rossi". Questo perché, dice Maule, "la sua collocazione geografica, il suo essere immersa nel Parco Minerario naturalistico, la sua immediata vicinanza ai centri abitati di Filare, Bagno e Gavorrano, non la rendono idonea a fungere il ruolo di discarica".

Roberto Pieralli