Geotermia, Consorzio Montecucco contro nuove centrali

"L’impatto dei futuri pozzi geotermici e delle centrali, una volta autorizzati, comprometterà inevitabilmente l’immagine del Montecucco nelle sue zone di produzione"

Claudio Tipa

Claudio Tipa

Grosseto, 27 dicembre 2017 - Contro la centrale geotermica di Montenero si schiera anche il Consorzio tutela vini Montecucco che ha presentato un intervento ad adiuvandum di un ricorso al Tar Toscana, ponendosi così al fianco delle decine di aziende vinicole dell’area che si oppongono al progetto.

«Attualmente nella zona dell’Amiata, relativamente allo sfruttamento dell’energia geotermica – spiegano i vertici del Consorzio –, sono attivi già 17 permessi di ricerca preliminare, ovvero autorizzazioni ministeriali che consentono di realizzare, oltre alle indagini superficiali, anche pozzi esplorativi e di verifica, prove di produzione anche prolungate e di utilizzazione dei fluidi geotermici, da eseguire, appunto, anche mediante impianti pilota. Di questi 17 permessi richiesti dalla Regione Toscana, cinque sono concentrati nella sola area di Cinigiano: Murci (Enel); Cinigiano (Gesto Italia); Monte Labbro (Renewem); Montalcino (Gesto Italia) e, infine, Montenero (Gesto Italia), classificato, come Impianto Pilota. Ciò significa, riassumendo, che in questo territorio sono previste 5 centrali geotermiche con un numero stimato di 30 pozzi geotermici».

«L’impatto dei futuri pozzi geotermici e delle centrali, una volta autorizzati, comprometterà inevitabilmente l’immagine del Montecucco nelle sue zone di produzione, una regione ancora estranea ai grandi impianti industriali e invasivi, che offre prodotti sani, di qualità, eccellenze dell’agroalimentare e, non ultimo, spettacoli paesaggistici unici – dichiara il presidente del Consorzio, Claudio Carmelo Tipa –. E’ quindi necessario prendere posizione contro lo sfruttamento geotermico del nostro territorio. Siamo stati estremamente felici che la Regione Toscana abbia deciso di bloccare il progetto di Seggiano e, come presidente del Consorzio e produttore, condivido pienamente tutte le motivazioni che hanno portato a questo risultato e che riguardano aspetti di tutela d’interessi pubblici, di sviluppo economico del territorio, di incompatibilità dello sfruttamento energetico con il valore paesaggistico ed ambientale dei luoghi».