REDAZIONE GROSSETO

"Fossi come fogne a cielo aperto" Gli ambientalisti attaccano Arpat

Il Comitato Grosseto Aria Pulita: "I limiti di legge sugli scarichi si applicano anche sui corsi d’acqua artificiali"

"Fossi come fogne a cielo aperto" Gli ambientalisti attaccano Arpat

"La Giunta regionale ha sconfessato l’Arpat di Grosseto: : i limiti di legge sugli scarichi si applicano anche sui corsi d’acqua dei fossi artificiali, pur non rientrando tra quelli significativi". E’ una vera e propria "bomba" quella che sgancia il Comitato Grosseto Aria Pulita, durante l’incontro voluto dagli ambientalisti sull’inquinamento di alcuni fossi del reticolo minore della piana del grossetano dovuti agli impianti a biogas. Tutto nasce dal parere chiesto all’Arpat dalla magistratura grossetana dopo l’esposto presentato al Comitato per un deposito esagerato di digestato solido a Lago Bernardo che non poteva rispettare né le condizioni colturali previste dalle norme e finalizzate al miglioramento della fertilità dei terreni, né i limiti previsti dalle leggi per il deposito massimo di azoto. "Il canale Molla 2 è di natura artificiale e non rientra, pertanto, tra i corpi idrici significativi" aveva scritto Arpat nella sua relazione "pertanto, le concentrazioni dei parametri determinate con le analisi non possono essere direttamente comparate con nessun limite di legge di riferimento". "Ma la Regione – iniziano Matteo della Negra e Anna Bardelli, del Comitato Grosseto Aria Pulita – ha detto che per corpo idrico ricettore di acque superficiali si deve intendere "ogni componente naturale o artificiale del sistema idrografico ... rappresentato nella cartografia della Regione Toscana". Quindi anche il Molla 2 rientra nella classificazione di corpi ricettori acque superficiali anche corpi idrici diversi da quelli significativi. In conclusione possono essere autorizzati allo scarico anche scarichi che recapitano in corpi idrici non classificati come significativi ai fini del monitoraggio". "D’altra parte – aggiungono – non è concepibile che si possa pensare che i corsi d’acqua superficiali attorno alla città di Grosseto, quasi tutti artificiali, debbano essere maleodoranti e fonte di disagi ai residenti. I canali a San Martino e Lago Bernardo ad est della città, il fosso Beveraggio a ovest del quartiere Verde Maremma, che sfocia nel San Rocco, i fossi a sud di Gorarella e dell’Uliveto tra la ferrovia e la Trappola a sud ovest della città che avvelenano il fosso dei Mulini, l’Ombrone e la sua foce a mare, sono stati trasformati in fogne a cielo aperto". Secondo Arpat Grosseto invece quei fossi, essendo artificiali e non significativi, non è applicabile nessun limite di legge, neppure quelli relativamente alle concentrazioni massime ammesse per gli scarichi. Ecco i perchè delle archiviazioni – tuona il Comitato – Nell’Interrogazione presentata in Regione dal Movimento 5 Stelle, dopo 12 mesi, c’è Arpat regionale che sconfessa quanto scritto dall’Arpat di Grosseto. faremo un altro esposto chiedendo tecnici più affidabili".

M.Alf.