Scure del Governo sulla pesca

Palazzo Chigi vuole anticipare ‘il fermo’ al 16 settembre: è rivolta

Roberto Manai, Federpesca Toscana

Roberto Manai, Federpesca Toscana

Grosseto, 10 marzo 2019 - Novità in vista nel settore della pesca a strascico e, secondo Federpesca, non sono buone. Prima di tutto perché al periodo di fermo pesca, dal primo al 30 ottobre, il Ministero vorrebbe aggiungere altri diciotto giorni di stop, senza prevedere, però, la Cassa integrazione, che invece copre (sebbene con enormi ritardi nella liquidazione) il periodo di fermo pesca regolare. Ma non è tutto, perché l’idea del Governo sarebbe di anticipare addirittura il mese di stop dal primo ottobre al 16 settembre. Un disastro, secondo Federpesca, per un provvedimento che impedirebbe di pescare in un momento di alta affluenza turistica, con la conseguenza di servire, nei ristoranti della costa, pesce pescato altrove. E tanti saluti alle eccellenze locali e ai prodotti a chilometro zero.

"Stiamo aspettando conferme – dice Roberto Manai di Federpesca Toscana – ma certo a noi non può andare bene. Oltretutto, con diciotto giorni in più di stop non retribuito, il che equivale più o meno a un altro mese senza lavoro, finiamo davvero in ginocchio". E non finisce qui. Oltre a questi provvedimenti, infatti, ci sono alcune proposte al vaglio del Parlamento Europeo, che riguardano l’inasprimento di pene, maggiori controlli e una serie di ottemperanze in più a carico del pescatori. Insomma, un quadro che secondo gli addetti ai lavori contribuisce non poco ad addensare nubi sull’orizzonte del settore.

"Sono proposte avanzate addirittura nel maggio 2018 – afferma Manai – per cui a questo punto ci auguriamo che se ne occupi il nuovo Parlamento, dopo le elezioni". Il che lascerebbe sicuramente tempo almeno per un’altra stagione di pesca alle condizioni attuali. Una delle temute modifiche al regolamento comunitario istituisce un nuovo regime di controllo per garantire il rispetto delle norme della politica comune della pesca, in base al quale tutti i pescherecci, compresi quelli di lunghezza inferiore a 12 metri, devono disporre di un sistema di localizzazione. I dati pertinenti devono essere messi a disposizione delle agenzie impegnate in operazioni di sorveglianza. Le deroghe attuali sarebbero quindi abolite e verrebbero contemplate due sole categorie di pescherecci: inferiori o superiori ai dodici metri, con l’obbligo per le prime di comunicare le loro catture per via elettronica, mentre adesso sono esonerati da Ais e Blue box tutti i pescherecci al di sotto dei diciotto metri, ovvero circa la metà del naviglio a strascico e almeno il novantacinque per cento del naviglio da posta.

Tutti i dati sono registrati in formato digitale e trasmessi per via elettronica. Le deroghe attuali concernenti la dichiarazione di sbarco sono abolite. Ovviamente, tablet (500 euro) e traffico dati (120 euro l’anno) a carico dell’imprenditore.

Riccardo Bruni