"Lascio la casa all’istituto religioso". Ma solo dopo la morte dei tre gatti

Grosseto, contenzioso per l’eredità di una signora. Martedì l’udienza

Gatti  (Foto di repertorio)

Gatti (Foto di repertorio)

Grosseto, 14 gennaio 2018 - Il dubbio è soltanto uno: si chiameranno Minou, Matisse e Bizet, ovvero come i tre micetti degli Aristogatti, oppure hanno soltanto voglia di fare jazz come la banda di Scat Cat, il gatto trombettista amico di Romeo er mejo gatto der Colosseo?  Difficile a dirsi, però tre gattini di Grosseto, in un certo senso, sono diventati anche loro degli Aristogatti, con tanto di dimora, grazie all’affetto della loro padrona ora defunta. 

Quella che stiamo per raccontare è una storia che ha per molti aspetti i tratti della favola, ma che poi, passando dal mondo degli animali a quello degli umani, assume improvvisamente i connotati di una storia reale, visto che si concluderà, questa settimana, in un’aula del Tribunale di Grosseto. Ma andiamo per ordine: nel 2010 viene a mancare, all’età di 59 anni una signora.  Non ha famiglia, né figli, solo alcuni parenti. Prima di morire decide di cedere tutti suoi beni a un istituto religioso, per la precisione di suore, a lei particolarmente caro. Le religiose potranno disporre di tutti i suoi beni anche dell’appartamento in cui viveva in compagnia dei suoi tre gatti. A una condizione però, che quella casa non venga toccata fino a che le tre bestioline saranno in vita. Ma ai tre mici chi penserà? 

La signora ha pensato anche a questo e ha individuato sia la persona che dovrà prendersene cura, fino a che vivranno, sia le sostanze a lei destinate con cui dovrà provvedere al mantenimento dei tre animali. Infatti nel testamento la donna ha individuato nella sua vicina di casa, che conosceva le sua abitudini e il suo affetto per i tre animali, la persona che dovrà provvedere al loro mantenimento e le ha lasciato dei soldi per il «sostentamento delle bestiole».

E così è stato fatto in tutti questi anni: i tre gatti vivono ancora nell’appartamento che ha lasciato loro la padrona, sono regolarmente nutriti e accuditi dalla vicina, inoltre risultano pagate tutte le utenze. Insomma l’istituto religioso sta eseguendo, ormai da anni, alla lettera quanto predisposto dalla signora. 

Del resto la legge italiana è molto chiara in proposito. Non è infatti consentito di lasciare per disposizione testamentaria i propri beni agli animali, ma solo a chi si prende cura di loro. Gli animali, infatti, non possono essere nominati eredi diretti.  E’ possibile, invece, effettuare lasciti a persona fisica o giuridica che si prenda cura dell’animale e nominare un esecutore testamentario, che verifichi l’esecuzione delle disposizioni. Però, anche in questa disputa testamentaria, esistono i parenti del defunto, che rivendicano i loro diritti. Per questo in settimana si terrà la prima udienza: da una parte i parenti e dall’altra l’istituto religioso. Nel mezzo ci sono i tre gatti che, crediamo, sarà difficile sfrattare dalla "loro" casa.