La nostra battaglia / Salviamo le edicole. "E' un punto d’incontro"

Cristian Nanni parla della sua attività, l’unica rimasta ad Arcidosso

Nonostante le difficoltà Cristian Nanni prosegue  con passione  la sua attività di edicola

Nonostante le difficoltà Cristian Nanni prosegue con passione la sua attività di edicola

I lettori e le amministrazioni comunali stanno seguendo con attenzione la nostra battaglia sulle edicole chiuse e sugli aiuti necessari per la sopravvivenza e il rilancio di quelle presenti sul territorio. Continuano ad arrivare tante segnalazioni. Tutti fermamente convinti che le edicole siano un presidio fondamentale, veri «presidi di vita». In tanti ci scrivono per indicare le zone dove non ci sono più edicole o dove stanno per chiudere. I lettori possono continuare ad inviare messaggi al numero whatsapp de La Nazione (331.6121321). 

Grosseto, 13 settembre 2019 - Tutte le mattine le saracinesche in metallo di colore verde si alzano intorno alle 6.30, ed è questo il suono di un nuovo giorno che sta per nascere. Guanti a mezze dita e cappello di lana in inverno, sandali e canottiera in estate, non fa differenza se piove o c’è il sole, se è caldo o è freddo, lui è lì, con il sorriso e la battuta pronta a vendere i giornali. Cristian Nanni, 46 anni e da dieci anni proprietario del chiosco di giornali in piazza Indipendenza ad Arcidosso, oggi parla del suo lavoro e delle difficoltà che un edicolante puro come lui può avere nel portare avanti la sua impresa.

Tre vetrate ricoperte di riviste che parlano di caccia, auto e viaggi, un ingresso sempre più stretto per via giornali stranieri posti all’ingresso che hanno la funzione di una civetta per qualche turista che passa di qua, e alle sue spalle i quotidiani, quel mare magnum di informazioni che si vendono sempre meno. Le vendite sono calate perché, si sa, i lettori oggi vanno su internet e inulte spiegare che sporcarsi le dita di inchiostro sfogliando il giornale di carta ha un altro sapore, un’altra funzione, ormai i lettori si stanno abituando a leggere a malapena un titolo. Cristian queste dinamiche le conosce bene e accogliendo con grande soddisfazione la campagna organizzata da La Nazione per rilanciare, valorizzare e difendere il lavoro e il ruolo delle edicole, apre le porte della sua edicola e si racconta.

«Ho acquistato questa edicola esattamente dieci anni fa – dice Cristian – inizialmente ad Arcidosso c’erano due edicole ma da qualche anno sono rimasto solo, e questo è il motivo perché sono ancora aperto». L’edicola non è solo il luogo dove comprare giornali, è uno spazio pubblico dove le persone si ritrovano, commentano i fatti quotidiani, partoriscono momenti di socialità. «Io le edicole le vedo come un punto di riferimento – continua Cristian – e sarebbe un dispiacere privare quartieri e paesi di questi luoghi, indispensabili per la cultura e la socialità degli abitanti».

Cristian svela le difficoltà di questo mestiere: «Le spese di gestione sono alte – denunci – penso alla luce, al suolo pubblico e guadagni sono troppo bassi, dovrebbero essere superiori del 10-15%. Io sopravvivo perché sono l’unico edicolante in un paese di 5mila persone e perché sono anche il proprietario del chiosco». Nel frattempo il mercato dell’editoria ha provato ad interpretare i cambiamenti: «Per fortuna c’è stata una trasformazione nelle vendite – spiega – in quanto le case editrici producono anche giocattoli per bambini, a basso costo e quindi accessibile un po’ a tutti».

Il sorriso Cristian non lo perde e soprattutto non lo fa smarrire ai suoi clienti. «Se crediamo in questo lavoro dobbiamo resistere – conclude – con la speranza che chi può fare qualcosa per migliorare le nostre condizioni si impegna e lo faccia realmente».

 

Nicola Ciuffoletti