"Difendere ora i posti di lavoro nel turismo"

Simone Gobbi, segretario generale Fisascat Cisl: "Soprattutto gli stagionali, che sono i più deboli, necessitano di attenzioni"

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Nei giorni scorsi è emersa con un certo fragore la notizia delle difficoltà segnalate da molte imprese del turismo che in provincia di Grosseto fanno fatica a trovare figure medio-alte, a carattere stagionale, indispensabili per condurre in porto i mesi di lavoro estivi. A Simone Gobbi, segretario generale di Fisascat Cisl Grosseto abbiamo chiesto cosa sta succedendo.

Gobbi, è vero che c’è carenza di stagionali quest’anno?

"Il Covid ha trasformato profondamente il mercato del lavoro e penso che diverse persone abbiano cercato occupazione in settori meno penalizzati dalla pandemia e dalle conseguenti chiusure. È possibile che diverse professionalità siano migrate verso altri settori produttivi".

Perché?

"L’atteggiamento della politica verso il settore turistico è come quello di un Giano Bifronte. Da una parte è sempre elogiato come il volano di ripartenza e di speranza per l’Italia e per il nostro territorio, dall’altro è anche il settore dove i lavoratori sono i più penalizzati in termini di ammortizzatori sociali".

Avete notizie di persone che si offrono per lavorare ma preferiscono non essere regolarizzate?

"Chi opera nell’ambito del lavoro stagionale nel comparto turistico conosce bene il meccanismo della Naspi. Lavorare a nero significa non poter percepire alla fine della stagione l’indennità di disoccupazione e quindi non è assolutamente interesse del lavoratore non farsi regolarizzare".

La mancanza di stagionali, dunque, può essere in qualche modo legata al reddito di cittadinanza?

"L’articolo11 del decreto Sostegni ha introdotto la sospensione del reddito di cittadinanza, e non il ricalcolo o la decadenza, a fronte della stipula di uno o più contratti a tempo determinato. Quindi per l’anno 2021 e per la stagione estiva, non penso che sia il reddito di cittadinanza il problema. Si può lavorare regolarmente e percepire nuovamente il reddito di cittadinanza alla fine della stagione (entro il limite reddituale dei 10mila euro)".

Cosa pensa di fare la Cisl riguardo alle difficoltà segnalate dalle imprese sulla mancanza di lavoratori stagionali?

"È tempo che la politica si attivi e impegni davvero sulla questione degli ammortizzatori sociali settoriali. I bisogni di chi opera nel turismo, non sono gli stessi di chi lavora nel commercio o nell’industria. Si fa un gran parlare di riforme e modifiche negli ammortizzatori sociali e pensiamo che sia questo il momento di dare risposte. Il problema non è il reddito di cittadinanza, ma di tutto il sistema degli ammortizzatori sociali che incentiva i lavoratori a rivolgere lo sguardo verso altri settori produttivi".