Grosseto, decreto ‘Dignità’ prime ripercussioni. Sei Toscana taglia 45 spazzini

È la quota parte locale dei 250 interinali licenziati nella Toscana Sud

Raccolta differenziata (foto repertorio)

Raccolta differenziata (foto repertorio)

Grosseto, 7 agosto 2018 - Lo hanno chiamato decreto ‘Dignità’ ma rischia di diventare un boomerang. L’inghippo è chiaro: il decreto voluto da Di Maio, con nobili finalità, finisce per bloccare, però, una serie di contratti interinali che servono per lo spazzamento delle strade in zone di mare e città interne con alto afflusso turistico.

Secondo il decreto approvato dalla Camera, dovrà essere assunto con contratto a tempo indeterminato colui che nell’arco di due anni abbia effettuato almeno quattro rinnovi. E nei secondi 12 mesi del biennio si dovrà pure giustificare il motivo per l’impiego del lavoratore interinale: sostituzione ferie, malattia e poco altro. Insomma non si può lavorare da interinale per un periodo così lungo senza avere tutele più ampie.

Ma le emergenze a bilancio per Sei sono gravi e, nonostante l’intenzione di stabilizzare almeno 45 lavoratori come da contratto, la situazione è al limite. Da oggi infatti sui 300 totali in servizio nella Toscana del Sud (in totale sono 464, informa il sindacato) circa 200 rimangono fermi. Ora la strada è quella dell’affidamento dei servizi alle cooperative con un ipotetico abbassamento dello stipendio dei lavoratori fino al 25%. Ma dall’altra parteparte, con un rosso da 4 milioni c’è poco da largheggiare.

«Per ora li dobbiamo fermare ma non vogliamo lasciarli a casa», tagliano corto da Sei Toscana e rinviano tutto a una seria concertazione nell’incontro già fissato per domani. Da oggi, in parallelo, a Roma inizia l’esame al Senato del decreto voluto dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Intanto, in provincia di Grosseto sono circa 45 gli interinali che, di rinnovo in rinnovo, collaborano con Sei Toscana.

Società che con perdite per 4 milioni che in questo non può sostenere un’assunzione di massa. «Abbiamo le mani legate dal decreto» la frase che si sente ripetere nella sede senese del gestore unico dei rifiuti. Dalla ‘tagliola’ di oggi si salvano in cinquanta, quelli che dovrebbero essere assunti. Si tenterà probabilmente la strada del lavoro interinale e delle cooperative sociali. Ma potrebbe non finire qui.