Corsi d’acqua più sicuri Il piano del Consorzio

Collaborazione con le Università di Siena, Pisa e Firenze per la mappatura

Migration

Si è conclusa la prima fase del progetto del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud con le università della Toscana. Gli ultimi sopralluoghi sul bacino del Bruna che inizia proprio sulle Colline Metallifere, bagnando anche tutto il territrorio di Massa Marittima, hanno permesso di completare il monitoraggio dei corsi d’acqua: i dati raccolti dai professori e dai ricercatori degli atenei di Siena, Firenze e Pisa, permetteranno una prima mappatura della flora e della fauna sul territorio. Il materiale sarà integrato con quello ripreso dai droni nelle prossime settimane: l’obiettivo ma anche per gli altri principali corsi d’acqua, è arrivare un piano di interventi specifico che, unendo competenze e conoscenze di Cb6 e degli atenei, renda le manutenzioni più efficaci. "Efficaci vuol dire in grado di garantire più sicurezza per la popolazione – afferma Massimo Tassi, responsabile area manutenzione del Consorzio di Bonifica – perché la tutela del rischio idraulico resta la nostra priorità. Ma efficaci vuol dire anche più economiche e quindi vantaggiose per i nostri utenti, visto che la manutenzione ordinaria è a carico del Consorzio e quindi dei contribuenti. E, infine, capaci di salvaguardare il territorio e l’ambiente che ci ospita, nel rispetto della flora e della fauna dei corsi d’acqua gestiti dal nostro Consorzio, chiamato a prendersi cura quotidianamente di un reticolo di 8.794 chilometri".

La progettista Martina Bencistà è la referente per Consorzio di Bonifica 6 del progetto e ha collaborato, sin da subito, con gli atenei toscani. "E’ un’iniziativa alla quale crediamo molto – afferma – perché oggi operare bene significa anche rispettare l’ambiente e queste sinergie importanti ci permetteranno di ottimizzare gli interventi per arrivare a una manutenzione che sia sempre più gentile e non invasiva. Avremo a disposizione un vero e proprio censimento delle specie che vivono lungo i corsi d’acqua". "Durante l’ultimo sopralluogo – aggiunge Bencistà – le Università ci hanno fatto i complimenti per come abbiamo lavorato finora nel prevenire i fontanazzi causati dalle tane degli animali, in primis istrici e tassi. Può sembrare banale, ma disincentivare questi mammiferi a scavare un argine significa intervenire conoscendone le abitudini e integrare la cura della flora e della fauna. Anche così si rende più sicuro un fiume".