Coronavirus, "L’emergenza sanitaria non è finita qui"

Draoli (Ordine infermieri): "Il Covid preoccupa ancora. SIamo stanchi e disorientati e la riorganizzazione dei servizi non aiuta

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Grosseto, 9 luglio 2020 - «Smettiamo di credere che l’emergenza sia finita". E’ l’appello che lancia l’ordine provinciale degli infermieri. "Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni – spiega il presidente Nicola Draoli – di colleghi preoccupati e disorientati. Ormai viviamo con l’incertezza di non sapere cosa accadrà domani. Gli infermieri sono stanchi, lavorano senza linee di indirizzo che durino più di una settimana e con una comunicazione interna frammentata e non condivisa tanto che le riorganizzazioni, spesso, si apprendono prima dai media. Se le cose continuano però a funzionare è perché la categoria è compatta e coscienziosa e questo dopo un periodo di grande difficoltà in cui i turni di lavoro vengono ancora modificati in continuazione. Fin qua la categoria si è spesa senza sosta, nonostante le ore in più, la rinuncia alle ferie e i continui spostamenti in contesti di lavoro diversi tra loro".

Una situazione che è ancora in essere e che è collegata, spesso, alla chiusura rapida di servizi, che spesso a distanza di poco tempo risultano essere invece ancora necessari e per i quali si deve lavorare, rapidamente, per la riapertura che diventa così faticosa: come sta accadendo in questi giorni per il reparto covid del Misericordia. "L’inserimento di risorse umane si è arenato rispetto all’emergenza – continua Draoli – dando vita a un’euforia precoce rispetto alla fine della pandemia, alla notizia del nuovo ricovero Covid (ma pensiamo anche al sospetto Covid positivo della psichiatria inserito in un percorso che era già chiuso) e, stando alle notizie che ci arrivano dal territorio, a un incremento nel sistema di tracciamento, diagnostica e isolamento, come tamponi, sierologici e contact tracing. Abbiamo goduto solo di una breve pausa illusoria ma siamo pronti a sottoscrivere che, se dal punto di vista clinico forse non ci saranno particolari tsunami, dal punto di vista di impegno assistenziale e organizzativo questo arriverà anche prima del previsto e probabilmente è già così in alcuni contesti".

Prima ancora di chiudere una fase di questa emergenza c’era già chi faceva i conti su eventuali operatori assunti in più come se prima ci fosse uno standard adeguato "e, per una volta - ricorda Draoli – grazie ad appelli bipartisan della classe politica, è stata sventata la cessazione dell’assunzione degli interinali". "Come Ordine chiediamo – prosegue Draoli – che quella che stiamo vivendo non venga più considerata una situazione di emergenza, ma sia riconosciuta come stabile e in grado di cambiare in un istante facendo diventare, improvvisamente, le risorse a disposizione da adeguate a inadeguate, e senza permettere agli infermieri di avere un tempo di recupero psicofisico congruo. Per questo, chiediamo che i livelli dirigenziali siano più ancorati alla realtà, orientando il loro sguardo dentro l’operatività e meno su tabelle di rendicontazione".