Costa Concordia, Isola del Giglio: ricordo e ripartenza

A sette anni dal naufragio della Concordia, l’esempio dei gigliesi

Isola del Giglio, cerimonia a sette anni dalla tragedia della Concordia

Isola del Giglio, cerimonia a sette anni dalla tragedia della Concordia

Grosseto, 14 gennaio 2019 - Sono state come sempre le sirene del porto quelle più emozionanti. Quelle che, ieri sera alle 21.45 e 07 secondi hanno ricordato il momento esatto della collisione con lo scoglio delle Scole. Ultimo atto della manovra scellerata del comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino. Responsabile di aver portato un transatlantico con oltre 4mila persone a bordo, tra membri dell’equipaggio e passeggeri, a trenta metri da un’isola solo per dimostrare la sua bravura. Se n’è andato così anche il settimo anniversario del più grande disastro della marineria italiana, il naufragio della Costa Concordia che il 13 gennaio del 2012 si portò con sé anche 32 vittime innocenti. Ma questa volta il Giglio è andato oltre.

L’isola infatti si è proposta, anche durante le celebrazioni, come modello di ‘ripartenza’ di un territorio colpito da una tragedia. È il suggerimento del sindaco dell’isola, Sergio Ortelli, per «poter trarre dalla nostra esperienza un insegnamento positivo, applicabile anche in altri contesti. E ovviamente senza con questo dimenticare i 32 morti e le sofferenze inferte agli altri passeggeri, alla popolazione e all’ambiente». Tutto è iniziato con la messa in quella chiesa che la notte del naufragio aprì le sue porte, regalò un tetto a migliaia di persone che non avevano più nemmeno le scarpe da indossare. «Sotto quel tetto – ha ricordato il parroco della chiesa di San Mamiliano, don Lorenzo Pasquotti nella sua omelia – in quella notte c’erano persone di ogni etnia. E tutti pregavano. Perché alla fine sono tutti figli di Dio». La commemorazione con il lancio della corona di alloro in mare ha preceduto la processione e il suono delle sirene avvenuto proprio nel momento della collisione. Una vicenda che ha anche conosciuto il lato estremo con l’isola che ha, dopo sei anni, ripristinato definitivamente i fondali che erano stati sfregiati da quella balena d’acciaio coricata su un fianco., Ed è proprio dal momento del ritorno delle colonie e delle posidonie che Sergio Ortelli fa un passo avanti e suggerisce che il rilancio, dopo un disastro del genere, è possibile. «Basta guardare quello che ha fatto il Giglio e la sua gente, insieme a tutti gli altri attori» dice.