Concordia, il ricordo è ancora vivo Una corona per le trentadue vittime

Cerimonia in forma ristretta per le norne covid, ma grande commozione ieri all’isola del Giglio. Il sindaco Sergio Ortelli torna a quella notte di nove anni fa in cui avvenne il naufragio alle Scole

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"Sono trascorsi nove anni, ma la memoria di quella notte del 13 gennaio 2012 è ancora viva". Ha usato queste parole il sindaco di Isola del Giglio, Sergio Ortelli per ricordare il naufragio della Costa Concordia, la nave da crociera con oltre 4mila persone a bordo che andò a collidere con il basso fondale delle Scole (che si trovano a poca distanza da Giglio Porto) per poi naufragare e adagiarsi su un fianco dell’Isola a Punta Gabbianara. Un naufragio che è costato alla fine la vita a 32 vittime innocenti, morte per la voglia di un comandante, Francesco Schettino, di farsi bello agli occhi dei suoi ospiti e del mondo intero, facendo di fatto un "inchino" che poi si è rivelato come un killer. Una cerimonia che quest’anno non ha visto la partecipazione di autorità o ospiti provenienti da fuori, salvo il comandante dell’ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano il Tenente di Vascello Teofilo Traina giunto sull’Isola con l’imbarcazione utilizzata durante le cerimonie. Una scelta dettata dall’emergenza Coronavirus che non ha permesso a molte persone, che ogni affollavano l’isola per questo triste ricordo, di essere presenti. Il Giglio non ha fatto in tempo a riprendersi dal focolaio autunnale da Covid 19 che ne è ripartito un altro dopo le festività natalizie. "Abbiamo deciso di commemorare questa drammatica ricorrenza tra gigliesi - afferma Ortelli - E’ stata comunque una cerimonia sentita e curata nei minimi dettagli, perché qui la memoria è ancora viva e l’Isola, quella notte e nei mesi successivi, ha superato se stessa, negli aiuti immediati e nel gestire una situazione unica al mondo. Guardandoci indietro comprendiamo la portata di quanto fatto, ma anche l’esperienza che da tutto ciò ne è derivato". La mattinata ha visto la Messa celebrata da Don Lorenzo, il parroco che quella sera aprì le porte della chiesa di Giglio Porto consegnando i paramenti sacri ai naufraghi che avevano bisogno di scaldarsi dal gelo di quel gennaio, cui hanno partecipato una cinquantina di persone che hanno anche seguito la deposizione di una corona in memoria delle vittime proprio in mare nel punto in cui naufragò la nave da crociare e rimase adagiata per più di due anni. Il pensiero sull’Isola è rivolto al 2022 quando, per il decennale del naufragio saranno organizzati vari eventi con il ritorno al Giglio dei naufraghi e delle famiglie delle vittime per un momento di incontro, di riflessione e di ricordo. Ieri sera poi il momento più emozionante: dopo la deposizione della corona al molo rosso, luogo dove c’è la lapide con i nomi delle vittime alle 21,45 e 7 secondi (il momento dell’impatto con le Scole) c’è stata la "tufata" delle sirene delle navi del porto.