Il settore della pesca è sempre più in difficoltà. Coldiretti, insieme alla filiera dei pescatori, punta a migliorare una situazione che, da 20 anni a questa parte, è sempre più in caduta libera. Lo fa con un tavolo di confronto che ha l’obiettivo di migliorare le problematiche che affliggono il settore, dal numero eccessivo dei giorni di fermo pesca ai prezzi del gasolio. E negli ultimi anni la flotta è tornata a diminuire costantemente. In Toscana 20 anni fa c’erano circa 1200 imbarcazioni, adesso sono meno di 600. E così all’Argentario, dove attualmente ci sono una trentina di pescherecci e altrettante barche della piccola pesca, con almeno 300 persone che lavorano. Senza contare il resto della filiera collegata, dai trasportatori a chi fa le aste, lavora nei magazzini e tutto il resto. "In questo momento gli imbarcati sono tutti al minimo degli stipendi – analizza Danilo Di Loreto, responsabile regionale di Coldiretti Impresa Pesca – perché, a cascata, un problema si somma all’altro. Noi vogliamo fare delle proposte che dobbiamo cercare insieme, ma che devono essere perseguibili dal punto di vista normativo, che partano dalle esigenze reali. Che diano anche i risultati ambientali che l’Europa vuole: la differenza è che ci sono altri sistemi più innovativi e moderni per raggiungere gli obiettivi ambientali sui ripopolamenti e quant’altro". Il lavoro va avanti per cercare di risollevare il settore. "Stiamo già ricevendo suggerimenti dai pescatori – aggiunge –. Abbiamo dato il via al gruppo di studio, che è allargato anche alla ricerca. Dopo il tavolo dei giorni scorsi, la prossima seduta la faremo dopo l’approvazione del nuovo regolamento e inviteremo anche dei biologi. Il problema più gravoso è quello delle giornate di fermo, che sono eccessive per la sopravvivenza del settore. Abbiamo dovuto accettare il fermo obbligatorio di ottobre, ma è stato ridotto di 6 giorni quello aggiuntivo, portato adesso da 61 a 55. In totale, i pescatori adesso escono in mare per circa 180 giorni in un anno solare, considerando le feste e il sabato e la domenica in cui non si può uscire. Poi ci sono i costi del gasolio. Sono già state messe delle ipotesi sul piatto anche a livello normativo per cercare di risollevare il settore".