Intascavano i soldi per i migranti, il vescovo: "Il prete coinvolto era già stato rimosso"

Grosseto, monsignor Cetoloni sul caso del sacerdote coinvolto nell'indagine della Guardia di Finanza

L'operazione della Guardia di finanza

L'operazione della Guardia di finanza

Grosseto, 22 maggio 2018 - Il sacerdote coinvolto in alcuni ammanchi di denaro destinato alla gestione di tre centri di accoglienza per migranti nel in provincia di Siena era già stato rimosso dal vescovo di Grosseto, Rodolfo Cetoloni, da amministratore parrocchiale: era rimasto in parrocchia solo per portare avanti le attività pastorali ordinarie e più imminenti mentre era stato nominato un nuovo amministratore. Lo scrive la Diocesi in una nota dove ribadendo «piena fiducia nell'operato degli organi inquirenti e della magistratura» e «confermando la propria disponibilità e collaborazione, peraltro già manifestate concretamente nel corso delle indagini portate avanti in questi ultimi mesi», il vescovo precisa che la stessa curia aveva avviato indagini sul prete già nell'ottobre scorso.

In pratica, coi poteri e le prerogative che sono propri del vescovo e degli uffici di Curia, il sacerdote era già sotto la lente d'ingrandimento, spiega la nota dove si precisa «che la vicenda in oggetto non riguarda assolutamente Caritas, le proprie attività e le persone che le portano avanti con cura ogni giorno».

Ed è in corso «una ulteriore fase di verifica, che potrà portare eventualmente anche all'apertura di procedimenti canonici formali» perchè spiega il vescovo Cetoloni, «tutto è stato fatto e sarà fatto a tutela della trasparenza e della serenità della Diocesi stessa e della comunità parrocchiale, pur restando fermi attorno al principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, che è uno dei cardini di garanzia del nostro ordinamento penale».

Nonostante ciò Cetoloni, conclude la nota, «non può non tenere conto che vicende come quelle oggetto di indagine creano comprensibile turbamento nella comunità dei credenti ed è per questo che fin da subito la Diocesi ha prestato la sua totale disponibilità agli organi inquirenti ed ha avviato gli accertamenti in proprio potere a garanzia della massima trasparenza possibile».