Cemivet, un’eccellenza di "casa". Presenza in Maremma da 152 anni

Il Centro militare veterinario svolge un lavoro di grande importanza per l’Esercito italiano. Salvatore Santone: "E siamo parte integrante del territorio, qui fondiamo tradizione e innovazione"

Grosseto, 13 dicembre 2022 - Quello che si vede passandoci davanti sono i due ingressi. Uno storico, le cui colonne furono studiate e realizzare per creare l’illusione ottica che il viale fosse perpendicolare alla strada (mentre in realtà non lo è); l’altro è meno appariscente, ma oggi è quello più utilizzato: è da lì che si passa per entrare nel Centro militare Veterinario, sulla via Castiglionese.

Ciò che non si vede e magari neanche immaginare, invece, è tutto ciò che al suo interno viene svolto quotidianamente, attività che ne fanno un elemento di eccellenza dell’Esercito italiano grazie a specializzazioni che solo qui vengono studiate, sviluppate e poi messe a disposizione della Forza Armata. E questo accade da 152 anni, perché la data di nascita del Cemivet risale al 1870. Più di un secolo e mezzo di coabitazione con la Maremma.

"E quindi non è certo un caso – dice il colonnello Salvatore Santone, comandante del Centro – se all’interno si respira l’appartenenza a questo territorio. Lo si vede, ad esempio, nella gestione dell’allevamento dei cavalli e in quella dei terreni, perché ancora oggi la rotazione delle colture e la cura del verde (qui abbiamo circa 12mila alberi e 20 chilometri di canali) vengono fatte rispettando quella che è la vera tradizione della Maremma. Ma è una tradizione che si fonde con l’innovazione, perché facciamo anche ricerca, spesso collaborando con le Università. Tutto, in ogni caso, ruota intorno al servizio veterinario".

Il Cemivet garantisce la riproduzione e l’allevamento dei cavalli che poi saranno impiegati nei servizi dell’Esercito, funzioni svolte anche nel settore cinofilo che aggiunge anche l’attività di addestramento degli animali per la specializzazione della ricerca di esplosivi. I binomi che si formano qui (militare e cane) sono quelli che andranno poi ad aumentare la sicurezza del personale impegnato nelle missioni all’estero: è il loro lavoro che dovrà portare alla scoperta di esplosivo interrato, in superficie o nascosto da qualche parte che potrebbe rappresentare un grave pericolo per i militari.

"Nella gestione dei cavalli e dei cani siamo autosufficienti in tutto – spiega ancora il comandante –, siamo attrezzati per la chirurgia di base e abbiamo collaborazioni con le Università per progetti di ricerca come, ad esempio, quello sviluppato con i nostri cani per l’individuazione dei tumori alla prostata. In pratica, grazie ad un particolare tipo di addestramento, semplicemente annusando le urine si sono dimostrati in grado di individuare i soggetti affetti da questa patologia con una precisione che superava il 98 per cento dei casi. Ma il nostro compito, in ogni caso, resta quello di preparare i cani per la ricerca di esplosivi".

All’interno del Centro c’è anche il Laboratorio di mascalcia dove vengono forgiati i ferri per i cavalli senza utilizzare prestampati. Lavoro di alta specializzazione che consente di dotare ogni cavallo di un ferro perfettamente adattato ai suoi zoccoli. E la chiusura del cerchio delle attenzioni che vengono riservate ad ogni esemplare arriva quando un cavallo conclude il suo la voro. "Abbiamo un’infermeria che si preoccupa delle loro cure – dice il colonnello – e tutti gli esemplari che devono cessare la loro attività tornano qui, liberi di pascolare nei campi fino alla fine naturale dei loro giorni".

Del Cemivet, passando sulla Castiglionese, insomma, forse si può intuire l’estensione, la grandezza dei suoi spazi. Ma la grandezza di ciò che accade lì dentro può forse sfuggire. Ma, in fondo, bisognerebbe tener a mente ciò che si legge ne "Il Piccolo Principe": l’essenziale è invisibile agli occhi.