Caro gasolio, pescherecci fermi La protesta si sposta a Roma

Lo sciopero del settore della pesca dovuto all’eccessiva quotazione dei prezzi del gasolio, confluisce questa mattina in una manifestazione di protesta a Roma. Quasi tutte le marinerie d’Italia si sono date appuntamento davanti al ministero dell’Agricoltura per attrarre l’attenzione anche su tutte le restanti problematiche del settore della pesca, aggravatesi dall’impennata dei costi del carburante, che riguardano soprattutto il reintegro di alcuni sgravi contributivi riguardanti il costo dei marinai, l’eliminazione della penale per i licenziamenti che serve per finanziare l’indennità di disoccupazione e la revisione dell’organizzazione dei periodi di fermo pesca, soprattutto quelli aggiuntivi inseriti lo scorso ottobre con un decreto ministeriale, in adeguamento alle disposizioni della comunità europea che ha integrato il fermo biologico annuale con altre giornate da fare nel corso della stagione di pesca, in ordine sparso senza date.

L’indizione dello stato di agitazione è partito da Civitanova Marche, da alcune della marinerie adriatiche che sono state poi seguite da gran parte di quelle del mar Tirreno, con la sola eccezione della Sicilia, dove i pescherecci stanno lavorando normalmente, in particolare nella costa a sud. Lo sciopero che è stato dichiarato dovrebbe durare sicuramente fino a domenica prossima, poi, secondo quello che si apprende dai pescatori stessi, la continuazione dovrebbe essere facoltativa. E su questo non è da escludere che dopo l’incontro e l’evento di questa mattina si possa avere qualche ripensamento e le barche possano tornare tutte in mare la prossima settimana. Del resto al Monte Argentario c’era già stata molta indecisione sul fatto di non uscire in mare perché, stante la crisi di guerra in Ucraina, sembrava difficile che la questione del caro gasolio fosse affrontata solo per una categoria economica dal Governo. Ma la scelta di essere solidali con tutte le altre marinerie e di manifestare comunque un disagio effettivo del settore della pesca, ha prevalso con la decisione del fermo forzato.

Sabino Zuppa