"Storico pezzo di legno della bara di San Leonardo"

Il ritrovamento nell’archivio comunale e il vicesindac o ha scritto una lettera al primo cittadino di Imperia: "Vogliamo capire come sia potuto accadere"

Luciano Giglioni

Luciano Giglioni

Castel del Piano, 29 novembre 2019 - Potrebbe essere, e stando a quanto scritto lo è per davvero, l’ultimo pezzo di legno della «bara» utilizzata per seppellire San Leonardo da Porto Maurizio nel lontano 1751. E’ emersa dal disordine dell’archivio comunale di Castel del Piano, una teca risalente alla fine del 700 dello scorso secolo che testimonia il legno (di Capua) della bara per seppellire San Leonardo, oggi patrono di Imperia. Un ritrovamento incredibile, avvenuto per caso. Del tutto incomprensibile perché questo pezzo di storia e spiritualità sia finito per molto tempo nel dimenticatoio di un archivio da ripristinare e da giorni l’amministrazione comunale di Castel del Piano sta provando a ricostruire la vicenda.

A fare il ritrovamento è stato Luciano Giglioni, vicesindaco del comune amiatino: «Stiamo cercando di capire come poter rimettere ordine all’archivio comunale – commenta Luciano Giglioni – e in un sopralluogo mi sono accorto di questa teca. Ho tradotto quanto scritto e ho capito che si tratta di un pezzo di legno della bara di San Leonardo da Porto Maurizio. Oggi il corpo del santo è conservato in una teca in vetro, visibile al pubblico, nella cattedrale di Imperia Porto Maurizio». Giglioni ha deciso di contattare il sindaco di Imperia: «Vorrei capire perché questa teca – commenta – sia finita qui da noi». Sempre dall’archivio comunale è riemerso un libricino di poesie scritto da Gaetano Telloli, dal titolo «Il Falco». All’interno di questa raccolta emerge una poesia intitolata «Alvaro». «Si tratta di una poesia dedicata ad Alvaro Antonelli di Castel del Piano – conclude Giglioni – l’uomo che indossava uniformi di ogni tipo e che lo conoscevano in tutta la Provincia». Ad accompagnare la bellissima poesia c’è anche un biglietto da visita del mitico Alvaro e tutto questo amarcord ha stimolato ulteriormente l’amministrazione a scavare nell’archivio comunale, convinti che in quel disordine giacciono preziosi tesori culturali.

Nicola Ciuffoletti