Baby gang in città. Una mamma: 'Aiutateci'

Un gruppo di adolescenti minorenni (tra cui molte donne) minaccia e bullizza grandi e piccini. La denuncia di un genitore

Violenza tra adolescenti

Violenza tra adolescenti

Grosseto, 26 giugno 2020 - Saranno dieci, a volte anche quindici. Hanno dai 16 ai 18 anni. E stanno terrorizzando gran parte della città: è la nuova baby gang, composta anche da ragazzine, che si rende protagonista di atti di bullismo nei confronti di coetanei ma anche di persone adulte. Soprattutto genitori di altri adolescenti che cercando di fermare questa situazione. A raccontare episodi spiacevoli è una mamma, che preferisce rimanere anonima, ma che si è già rivolta ai carabinieri di Grosseto per raccontare quello che sta succedendo.

Il gruppo, durante l’estate staziona in centro storico e soprattutto tra le Mura e piazza del Sale. D’inverno invece il gruppo usa piazza Barzanti come «quartier generale». «La situazione – dice la madre – è difficile. Siamo di fronte ad una vera e propria banda, un clan organizzato che picchia i coetanei, minaccia le persone più grandi, blocca il traffico e soprattutto rende la vita difficile a chi non la pensa come loro». Una banda ben organizzata. Che addirittura avrebbe come «capi» due ragazze. Un po’ più grandi delle altre ma sempre minorenni.

«Si vestono come adulte – prosegue la donna – tra tatuaggi, piercing e sigarette. Bevono e costringono tutti coloro che vogliono far parte del gruppo ad ubriacarsi e a picchiarsi». Situazione che spesso degenera. «Prima di Natale hanno preso una ragazzina e gli hanno spento delle sigarette sul braccio – dice la donna – la madre si è rivolta ai carabinieri per fare denuncia. Quella che saremo costretti a fare anche noi se questa situazione dovesse proseguire». Il problema, seconda la donna, è che i genitori non hanno più il polso per fare niente.

«Sono stati contattati da noi e ci hanno pure trattato male – aggiunge –. Gli abbiamo fatto presente quello che stava accadendo ma ci hanno aggrediti verbalmente, minacciandoci di stare zitti e che i loro figli non facevano nulla di male. Speriamo che qualcuno capisca che la questione ha superato i confini della goliardata. Mia figlia per esempio ha paura ad uscire e così come altre coetanee». Bullismo bello e buono che non si mischia fortunatamente con la discriminazione razziale. «Tra loro ci sono anche stranieri. Quello che fa pensare è che hanno anche molti soldi in tasca e fanno paura. Non vorrei che prima o poi succedesse qualcosa di spiacevole e chiedo – chiude la mamma – che se qualcuno vede qualcosa avverta immediatamente i carabinieri».

Matteo Alfieri