Dpcm, appello di 26 sindaci della provincia di Grosseto: "Non azzerate la vita sociale"

Per i primi cittadini maremmani il decreto non tiene conto della realtà dei piccoli borghi. Lettera aperta al Governo e alla Regione

Un bar di Grosseto chiude alle 18 (Aprili)

Un bar di Grosseto chiude alle 18 (Aprili)

Grosseto, 26 ottobre 2020 - Un appello, firmato da 26 sindaci di altrettanti Comuni della provincia di Grosseto chiede la revisione dell'ultimo Dpcm anti-Coronavirus, in particolare riguardo alle chiusure di bar e ristoranti alle ore 18 ma anche delle altre misure che azzererebbero qualsiasi elemento di vita sociale nei piccoli borghi rurali.

L'appello è stato inviato al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, ad Anci nazionale e Anci Toscana. Per questi sindaci «fissare alle 18 l'orario di chiusura di bar e ristoranti, così come la chiusura di altre attività non è compatibile con la realtà dei nostri centri abitati; è giusto diversificare le limitazioni in base alle realtà dei territori e al diverso andamento epidemiologico, rapportando il numero dei contagiati agli abitanti, considerando anche la densità demografica e la situazione dei territori limitrofi e ogni volta che si decidono iniziative come quelle contenute nel Dpcm che incidono con le attività commerciali ed economiche si deve contestualmente prevedere corretti e congrui sistemi di indennizzo». «La situazione gravissima determinata dalla pandemia da virus covid 19 deve essere fronteggiata dalla nostra comunità con responsabilità, attenzione e equilibrio - si legge nella lettera dei sindaci maremmani - La gestione di una crisi complessa e difficile come questa ha la necessità di essere sostenuta oltreché dal supporto medico scientifico da una visione realistica del Paese. L'Italia è una nazione complessa e diversificata, la tipologia e qualità delle relazioni sociali è conseguente a un territorio fatto di aree urbane, ma in prevalenza da piccoli Comuni con borghi e centri scarsamente abitati. Il distanziamento fisico è in questi luoghi una condizione normale dettata dalla bassa, a volte bassissima, presenza umana».

Per i sindaci «le norme devono basarsi su una corretta analisi di dove e come verranno applicate. Quelle del recente Dpcm, in cui viene fissata ad esempio una generalizzata chiusura degli esercizi pubblici alle 18, sono regole che non rispettano la realtà e in particolare quella delle popolazioni dei Comuni più piccoli».