Dall’Amiata fino a Magliano nuovi attacchi dei lupi alle greggi

L’allevatore Caesi: «Esasperato, servono abbattimenti controllati»

L’allevatore di Semproniano Rino Caesi

L’allevatore di Semproniano Rino Caesi

Grosseto, 24 aprile 2018 - L’ALLARME è scattato la mattina presto. Prima un assalto in un’azienda agricola alle pendici dell’Amiata, con i predatori che se la sono presa con un agnellino pronto per essere venduto. E nel primo pomeriggio altro assalto. Questa volta ad essere presa di mira l’azienda agricola di Rino Caesi, in località Marruchina di Semproniano, a poca distanza dall’attacco mattutino. Ma non è finita qui. Un altro branco, sempre abbastanza numeroso, il giorno prima ha assaltato un gregge nel comune di Magliano decimando gli animali e disperdendone alcuni. E’ una vera e propria emergenza quella dei predatori in Maremma.

Dopo l’allarme lanciato a più riprese da associazioni e comitati, ormai gli attacchi sono quotidiani. E soprattutto si stanno spostando e soprattutto avvengono anche di giorno. Rendendo vane qualsiasi operazione di salvaguardia che in questi anni sono state messe a punto. Un pericolo crescente che però, a parte qualche riunione e presa di posizione, non ha portato a nulla. Niente soluzioni in vista, ma intanto le aziende agricole stanno subendo «colpi» difficili da assorbire. E’ il caso di Rino Caesi, agricoltore e pastore di Semproniano, che sta per alzare bandiera bianca. «Ho un gregge di circa 100 pecore – inizia l’uomo – e ieri nel primo pomeriggio ho avuto l’ennesima visita del lupo. Me ne sono accorto la sera quando ho trovato una pecora sbranata». Il problema sono infatti le altre, impaurite e che non producono più latte dal continuo stress. «C’era stato un altro attacco in un’azienda vicino alla mia, distante circa un chilometro – prosegue Caesi –.

Era diverso tempo che non subivo attacchi, ma adesso la situazione è gravissima. Il mio collega ha trovato un agnello sbranato, ma forse i lupi avevano ancora fame. E allora si sono diretti verso il mio gregge e questo è il risultato». Poi allarga il discorso. Il suo è un grido davvero di disperazione: «All’età che ho sono quasi da pensione. Mi sarebbe però piaciuto continuare. Da quando sono nato questo è il mio lavoro. Ho sempre avuto le pecore e sono vissuto di agricoltura. Adesso invece non possiamo più andare avanti». Non vuole fare polemica ma è la realtà dei fatti. «Purtroppo non ho un campo accanto al podere dove abito. Il nostro territorio non lo permette. Ho fatto tutto quello che ci hanno detto: ho costruito due recinti anti-predatori che però non servono a niente. I cani non li possiamo tenere perché ci sono delle problematiche di sicurezza per i poderi vicini. Siamo arrivati al punto che adesso il lupo di scaglia contro il gregge durante le ore diurne, quando le pecore dormono. Sono stufo, abbiamo terreni incolti dove non posiamo mandare le pecore perché sono terrorizzate». Poi conclude: «Se ci vogliono far smettere lo dicano subito. Io proverò ancora per qualche tempo ad andare avanti ma mi auguro che qualcosa venga fatto. Sono stato anche amministratore del Comune di Semproniano, le abbiamo provato tutte, ma senza risultato. I lupi purtroppo si riproducono a dismisura e non vengono toccati. Siamo nella disperazione. Credo che gli abbatimenti controllati siano l’ultima speranza che abbiamo».