Agrobiodiversità, Remaschi: "Rilanciare varietà autoctone a rischio estinzione"

L'assessore regionale ad Alberese ha indicato le linee guida sull'agricoltura

Le specie in estinzione trovano casa in Toscana

Le specie in estinzione trovano casa in Toscana

Grosseto, 12 novembre 2017 - Salvare e rilanciare varietà e razze autoctone non solo consente di mantenere la biodiversità, ma offre un repertorio di prodotti spesso con elevati valori nutrizionali e salutistici e con una maggiore capacità di fronteggiare i cambiamenti climatici. E' quanto emerge dal seminario sulla agrobiodiversità che si è svolto ieri e oggi alla Tenuta di Alberese (Grosseto) e in cui sono state presentate esperienze provenienti da tutta Europa capaci di prestarsi che ad una possibile applicazione nel nostro territorio. La Toscana ha un'esperienza ultraventennale su questa materia. Grazie al sistema di salvaguardia della biodiversità agricola della Regione Toscana sono state messe a repertorio 871 varietà di frutta, ortaggi, cereali, foraggi "autoctoni" e di razze animali della Toscana. Di queste ben 740, pari all'85% sono a rischio estinzione. Il seminario è stato organizzato proprio per verificare, con un confronto su larga scala le prospettive di recupero e di reimmissione sul mercato di almeno alcune di queste varietà. Un concetto sottolineato nelle sue conclusioni dall'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi:" Proteggere dal rischio di estinzione e valorizzare il patrimonio di biodiversità è elemento irrinunciabile della nostra politica agricola volta a garantire l'identità di un territorio, la sua cultura rurale, il lavoro degli agricoltori che ci vivono e delle loro comunità" ha detto Remaschi. "Ma oggi – ha aggiunto - fondamentale è anche l'impegno a reimmettere queste varietà, o almeno alcune di queste, in un circuito produttivo. La loro presenza non solo può sostenere attività di rilancio economico, specie nelle zone considerate marginale, ma anche a rafforzare l'immagine della Toscana come luogo di qualità per l'equilibrio fra ambiente, agricoltura e attività dell'uomo, un vero e proprio agroecosistema". "Questo Workshop – ha proseguito l'assessore - vuole essere il primo passo verso una politica di connessione con tutte le esperienze in atto in Europa che operano su questa tematica. Valorizzare l'agrobiodiversità appare per la Regione Toscana strategico, specialmente per gli aspetti nutraceutici molto positivi che molte di queste risorse hanno, ma anche per un contributo alla razionalizzazione e alla riduzione del consumo dell'uso della acqua: molte di queste razze animali (è il caso della vacca maremmana), hanno una resistenza molto più spiccata e nel caso delle varietà vegetali n diversi casi, come è avvenuto quest'anno, i cereali delle antiche varietà hanno avuto maggiore capacità di adattamento alla siccità, disponendo di un apparato radicale molto più sviluppato e in grado di ricercare l 9;acqua negli strati più profondi del suolo".