"L’agrivoltaico è un tipo di tecnologia che permette una forte integrazione tra produzione energetica da rinnovabili e attività agricola senza il consumo di suolo – dice Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente –. Si riesce ad avere la possibilità di coltivate grano, vite, foraggio, e in questo modo si crea una sinergia positiva tra dimensione tecnologica dell’agrivoltaico e l’ombreggiamento, la resistenza, la mitigazione rispetto al grande caldo e ai cambiamenti climatici con una minore richiesta di acqua. Noi vorremmo, invece di realizzare aree dove senza soluzione di continuità si mettono pannelli fotovoltaici, fare un agrivoltaico di pregio e la Maremma e la Toscana possono diventare dei modelli per la realizzazione di progettualità nell’ambito della produzione arborea, legata all’allevamento di un fotovoltaico abbinato alla dimensione agricola. La Maremma può diventare una delle aree elettive per realizzare progetti di questo tipo, che mettano insieme innovazione tecnologica, tutela della dimensione agricola e anche mitigazione del paesaggio attraverso siepi alberature che possono rendere la presenza dei pannelli fotovoltaici un regalo che facciamo all’ambiente perché contrastiamo la crisi climatica e riusciamo, in aree abbandonate in termini agricoli, a rivitalizzare con reddito nuovo le imprese agricole. Questo sarà uno dei temi principali dell’ormai imminentei Festambiente".
"Sugli impianti fotovoltaici in agricoltura – dice Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente – si sta facendo una grande confusione. Grazie ai pannelli fotovoltaici in altezza è possibile conciliare agricoltura e produzione di elettricità dal sole: con l’agrivoltaico, infatti, la resa agricola è garantita e l’energia viene prodotta senza consumo di suolo ed emissioni inquinanti in atmosfera. Rallentare la rivoluzione energetica alimenterà la crisi climatica che sarà la principale causa della permanente devastazione paesaggistica del nostro Paese".