
GROSSETO Riceviamo dall’avvocato Roberto Cerboni e pubblichiamo la segente nota. "Mi riferisco all’articolo comparso sulla vostra testata dal titolo ’Aggredito brutalmente (precisiamo...
GROSSETORiceviamo dall’avvocato Roberto Cerboni e pubblichiamo la segente nota.
"Mi riferisco all’articolo comparso sulla vostra testata dal titolo ’Aggredito brutalmente (precisiamo che in nessun titolo relativo alla notizia di questo articolo esiste la parola brutalmente, ndr) dal figlio, muore dopo 49 giorni. Già il titolo è articolato in maniera tale da far operare immediatamente e scorrettamente l’evento morte con quento accaduto il 27 maggio. Ma nel riportare la notizia si scrive ’Fu un’aggressione brutale: il figlio che probabilemnte in preda a un vero e proprio raptus di follia picchiò selvaggiamente l’anziano padre, fino a farlo finire in ospedale senza un occhio completament e l’altro gravemente ferito’. Ma né il titolo, né la notizie di seguito riportate corrispondono al vero. Anzi, appare curioso come, non volendo eventulamente far scartare al lettore una presunzione di malvagia colpevolezza, ci si limita a ipotizzare che l’aggressore fosse ’forse in preda a un raptus di follia (del quale quindi non vi sarebbe alcuna certezza), si narra che, quindi in questo caso con estrema sicurezza, egli picchiò selvaggiamente l’anziano padre’. Precisando che, al momento, l’evento morte allo stato appare dovuto a cause estranee alla vicenda, si esclude che vi sia stata un’aggressione, che infatti non trova alcun riscontro nella realtà, tantomeno negli atti del procedimento e, soprattutto, nelle parole che vennero raccolte in più occasione nei confronti dell’allora parte offesa, così che mai è emersa l’esistenza di qualsivoglia azione di percossa nei confronti dello stesso da parte del figlio". Qui finisce la nota del legale. Aggiungiamo, per la cronaca, che l’accusa originaria di tentato omicidio contestata dalla procura si è trasformata, attualmente, in omicidio.