Abusi sessuali sul figlio e sequestro di persona, perché quando usciva di casa chiudeva la porta a chiave. Sono queste le accuse mosse nei confronti di un sessantenne che ieri hanno portato alla sua condanna a 7 anni, un mese e 10 giorni di reclusione, oltre ad una provvisionale nei confronti del figlio di 50mila euro disposta dal giudice Marco Mezzaluna. Il processo chiude un’inchiesta iniziata nel febbraio dello scorso anno quando il ragazzo, oggi ventenne, iniziò a raccontare degli atteggiamenti morbosi del padre nei suoi confronti che, a suo dire, erano iniziati da quando era piccolo. Seguito già dai servizi sociali, il ragazzo disse che il padre lo toccava nelle parti intime mentre gli faceva la doccia, perché l’uomo era solito lavare il figlio nonostante la sua età, e che molto spesso il sessantenne durante la notte lo raggiungeva nel letto e si sdraiava alle sue spalle. Sotto processo era finita anche la madre, perché – pur non avendo mai abusato in alcun modo del figlio – non era mai intervenuta per interrompere la situazione. La donna, però, è stata assolta perché ritenuta totalmente inacapace di intedere e di volere. Il ragazzo aveva raccontato di queste "attenzioni" del padre anche al parroco che conosceva sia lui che la famiglia, poi le stesse cose sono state riferite alle operatrici dei Servizi sociali e, infine, confermate anche di fronte ai carabinieri. Chiuse le indagini, l’uomo era stato rinviato a giudizio e per lui il sostituto procuratore Giovanni Di Marco aveva chiesto una condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione.