Grosseto, 10 aprile 2014 - La decisione del tribunale di Grosseto di riconoscere le nozze gay, ordinando al Comune del capoluogo maremmano la trascrizione nel registro di stato civile del matrimonio celebrato a New York nel 2012 tra Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci, sta suscitando in queste ultime ore le reazioni più disparate. Se per la Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, "la decisione del tribunale di Grosseto suscita gravi interrogativi'', oltre a una ''pericolosa fuga in avanti'', sottolineando che "per i vescovi il matrimonio è l'unione tra un uomo e una donna'', dall'altro canto il comune di Grosseto, fa sapere che "si adeguerà da subito alle decisioni del tribunale senza alcuna opposizione".

 "Il Comune di Grosseto - fa sapere il sindaco Emilio Bonifazi - già a suo tempo ha scelto di non opporsi al ricorso presentato dalla coppia dopo il rifiuto dei nostri uffici. Ora, finalmente, arrivano indicazioni chiare ed inequivocabili sulle modalità alle quali gli ufficiali di stato civile devono attenersi di fronte a richieste come quella formulata da Giuseppe e Stefano". "La decisione del tribunale di Grosseto in merito alla trascrizione del matrimonio di Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci costituisce un precedente storico nel riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso in Italia - prosegue Bonifazi - Siamo consapevoli della portata di questa decisione che ci consente di superare gli ostacoli e le difficoltà emersi fino a questo momento a causa della mancanza di norme chiare alle quali attenersi. D'altra parte non spetta ai singoli Comuni - conclude il sindaco - ma allo Stato, emanare norme precise in materia. L'auspicio è che il Parlamento italiano arrivi presto ad una legge nazionale che possa finalmente fare chiarezza".

Ma il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, impugnera' la sentenza del Tribunale di Grosseto che impone al comune di Grosseto la trascrizione del matrimonio tra due uomini celebrato il 6 dicembre 2012 negli Stati Uniti.

"Per fortuna - ha sottolineato Verusio - esiste una sentenza della Cassazione che dice chiaramente che non si puo' fare. Stiamo predisponendo le motivazioni della nostra impugnazione in appello che sara' fatta il prima possibile''.

 

Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci si sposano il 6 dicembre 2012 a New York. L'11 giugno 2013 la coppia presenta all'Ufficiale di Stato Civile di Grosseto un'istanza per procedere alla trascrtizione nel Registro degli atti di matrimonio del matrionio civile contratta a New York. Il 5 luglio l'ufficiale di Stato Civile rifiuta l'annotazione con un provvedimento nel quale asserisce il "contrasto con la normativa vigente sia di rango costituzionale che ordinaria in quanto l'istituto del matrimonio nell'ordinamento giuridico italiano è inequivocabilmente centrato sulla diversità di sesso dei coniugi". I coniugi decidono di ricorrere al Tribunale di Grosseto, ricorso che viene notificato al Comune il 12 marzo 2014. Tra i presupposti è citata la sentenza della Cassazione 4184 del 2012. Con la deliberazione della Giunta Comunale n. 114 del 1 aprile 2014 l'amministrazione decide di non costituirsi in giudizio davanti al Tribunale di Grosseto. Con la sentenza di ieri il tribunale di Grosseto ordina all'ufficiale di stato civile del Comune di Grosseto di trascrivere nei registri di stato civile il matrimonio.

Anche il senatore del Pd, Sergio Lo Giudice, ai microfoni di Radio Popolare Roma, commenta la decisione del Tribunale di Grosseto: "Mi sono sposato in Norvegia, a Oslo, tre anni fa con il mio compagno e ora chiedero' la trascrizione del nostro matrimonio al Comune di Bologna. Dopo la sentenza di Grosseto pero', una legge sulle unioni civili e' piu' che mai necessaria. E se va bene una legge alla tedesca, dico anche ai miei compagni di partito e in Parlamento che senza una norma nella quale si estendano alle coppie gay gli stessi diritti del matrimonio delle coppie eterosessuali entreremo presto in un altro Vietnam giudiziario come e' accaduto per la fecondazione eterologa:destinata a essere smontata dalla Corte costituzionale in Italia e dalla Corte europea".

Per Stefania Saccardi (Pd), vice-presidente della giunta regionale "è un segnale che dice alla politica di affrontare il prima possibile questo tema. Peraltro, quello dei diritti civili e' un tema che e' sempre stato presente sia nella campagna elettorale per le primarie di Matteo Renzi che fra i primi obiettivi di governo, questo e' un ulteriore elemento che ci dice di fare presto e di non lasciarle alla responsabilita' dei tribunali".

Anche Carlo Giovanardi, senatore di Ncd, fa sentire la voce: "E' l'ennesimo provvedimento abnorme di un magistrato che si inventa una norma. La nostra Costituzione, le nostre leggi in Italia non consentono un matrimonio uomo-uomo o donna-donna. Ormai siamo al tentativo della magistratura di scavalcare totalmente la Camera e il Senato. Decisione assunta sulla base di un'arroganza dei magistrati che pensano di essere l'ombelico del mondo. E' una sentenza che intanto fa clamore e propaganda, ma puo' creare un precedente".
 

''E' una sentenza di giustizia, una vittoria importantissima per i diritti civili. E' il trionfo dell'amore che sconfessa tutti quelli che gridano allo scandalo ogni volta che sentono parlare di matrimoni gay''. Lo afferma la parlamentare di Sel Marisa Nicchi, commentando la sentenza del tribunale di Grosseto. ''Non c'e' niente di cui stupirsi - ha aggiunto Nicchi - Il tribunale di Grosseto ha semplicemente adottato un atteggiamento antidiscriminatorio, riconoscendo un dato di fatto, uno stato di diritto. Ci auguriamo - ha concluso Nicchi - che questa non rimanga una sentenza isolata, ma sia un segnale per concreti cambiamenti nella legislazione nazionale, che necessita di un cambiamento''.