Grosseto26 novembre 2013 Stamani al processo sul naufragio della {{WIKILINK}}Costa Concordia{{/WIKILINK}} è stata ascoltata la drammatica testimonianza di uno dei superstiti, l'addetta alle paghe del personale di bordo, Fiorella Silvana Panetti: ''Un elettricista della nave ci disse che avevamo dieci minuti, poi l'acqua ci avrebbe spinto fuori. Il corridoio dov'ero, era diventato un pozzo, era buio, non c'erano più luci, sentivo gente che urlava. Mi tirarono una corda, mi hanno imbracato, hanno provato a tirarmi fuori ma all'inizio non riuscirono''.

La superstite, che a distanza di tempo porta ancora i segni dello choc, ha raccontato fasi drammatiche dell'abbandono della nave nelle ultime fasi. ''Poi - ha proseguito - il vicesindaco del Giglio e il direttore sanitario Cinquini mi portarono via. Eravamo al ponte 4, poi sono arrivata alla biscaggina di centro, era tutto buio. Scendemmo alle 4-4.30 di notte. Una motovedetta della guardia costiera ci portò via''. Al momento dell'urto la testimone stava preparando le paghe per il personale che sarebbe sbarcato l'indomani a Savona.

Ha parlato dello choc dei naufraghi, compresi i membri del personale di bordo, anche un'altra teste, la responsabile della selezione del personale alberghiero di Costa spa, Katia Gallinella, che il 13 gennaio 2012 era sulla Concordia per girare un video destinato alla formazione dei dipendenti della compagnia. Dopo aver ricordato l'incidente e l'emergenza, la testimone ha riferito di esser stata assegnata da Costa spa a un 'care team' due mesi, per assistere il personale sotto choc psicologico a causa del naufragio.

Nell'arco della mattinata è stato sentito anche il consulente esterno di Costa, Andrea Notarnicola, cui fu chiesto di contare i passeggeri ''sul molo del Giglio''. Viene considerato il primo passeggero della Concordia chiamato a testimoniare. ''Nel giro di due ore - ha detto - abbiamo visto tutto il male e tutto il bene, dal naufragio alla fratellanza della popolazione del Giglio''.