Grosseto, 23 ottobre - Non circola denaro e non esiste proprietà privata. Si vive insieme, in gruppi numerosi, dove tutti i beni sono in comune, persino i figli (molti dei quali in affido). Succede a Nomadelfia, la comunità alle porte di Grosseto, dove da oltre mezzo secolo si pratica il precetto dell'amore evangelico. Una vita dedicata alla riscoperta dei valori autentici, che è stata raccontata approfonditamente da Federico Taddia, nel suo programma “Nautilus: Connessioni. Visioni. Condivisioni”, in onda tutti i giorni, da lunedì a venerdì, alle 19,30, su Rai Scuola (canale 54 del Digitale terrestre e 33 di TivùSat).

 

La  comunità fondata da Don Zeno Saltini per salvare i bambini abbandonati nella miseria e nella disperazione, e farli diventare persone libere e oneste, è la protagonista di questa prima settimana della stagione 2013 di Nautilus. Raccontata attraverso l’esperienza di tre ragazzi - Giovanni, Susanna e Noemi - poco più che maggiorenni, che vivono, studiano e lavorano all’interno della comunità. “Siamo stati con loro due giorni. - racconta Federico Taddia, conduttore del programma -. Abbiamo cercato di capire come si svolge la loro vita all’interno della comunità: cosa significa frequentare una scuola diversa da quella ‘tradizionale’, quali sono le relazioni che si sviluppano all’interno di questa grande famiglia e cosa spinge i ragazzi a diventare nomadelfi. Mi ha molto colpito la consapevolezza con la quale affrontano la vita all’interno della comunità, ma anche la grande serenità, nei confronti della vita e del mondo esterno. Hanno sviluppato un approccio più maturo, rispetto ai loro coetanei, anche se questo non vuol dire che nelle loro parole ci sia una totale assenza di elementi contraddittori”.


Nel servizio viene anche spiegato che i Nomadelfi non sono tutti i membri della comunità, ma solo coloro che - compiuti i 21 anni - decidono liberamente di aderire al modello di vita, definito “proposta”, che punta ad un ritorno alla “Chiesa delle origini”. All’interno di Nomadelfia non si utilizza denaro, ma si lavora gratuitamente. I proventi che arrivano da fuori vengono destinati all’acquisto di beni per i membri che vivono e lavorano all’interno della comunità. Una storia unica, che ogni giorno vive e si sviluppa in Toscana. Un modello al quale Nautilus, questa settimana, offre la ribalta nazionale attraverso il canale di Rai Scuola.