Grosseto, 8 marzo 2013 - “La campagna pubblicitaria è stata strumentalizzata, dissociando l'immagine dal messaggio. Siamo pronti a difenderla, anche a costo di ricorrere alle vie legali”. Paolo Rossi, presidente dell'Associazione di idee onlus – l'associazione che ha portato a Grosseto la campagna pubblicitaria dei vegani “Chi mangi oggi”, promossa dall'associazione della provincia di Treviso “Campagne per gli animali”, per dissuadere dal consumo dei prodotti di origine animale – commenta così le polemiche che si sono sviluppate intorno al manifesto che dalla fine di febbraio campeggia davanti  allo stadio grossetano. Una campagna che ha alimentato forti polemiche anche al di fuori dei confini cittadini, dividendo l'opinione pubblica.

 

La vicenda continua ancora a tenere banco, dal momento che, dopo le polemiche, potrebbe addirittura scatenarsi una battaglia legale. Quello che potrebbe essere il nuovo risvolto della querelle legata alla campagna “della discordia” è stato anticipato da Paolo Rossi che ieri ha voluto fare il punto della situazione durante un incontro pubblico. Accanto a lui, attorno al tavolo dei lavori, alcuni membri dell'associazione maremmana e in bella mostra anche un bambolotto (bambolotto intero questa volta, ma molto simile a quello fatto a pezzi e impacchettato nella campagna “Chi mangi oggi”), con tanto di manifesto informativo con scritto “Il bambolotto di plastica, “Chicco”, sta bene. E' tornato tutto d'un pezzo”. “Il cartellone pubblicitario – ha spiegato Rossi – è ancora presente e noi vorremmo che lo fosse fino a martedì 12, così come previsto dagli accordi sottoscritti all'inizio della campagna pubblicitaria. Riteniamo che non ci siano motivi validi o fondamenti normativi che possano portare alla rimozione anticipata del cartello. Come, invece, è stato indicato in questi giorni da alcune persone e anche dall'agenzia milanese concessionaria degli spazi pubblicitari”.

 

Dalle parole di Paolo Rossi è emerso che al momento sarebbe in atto una sorta di braccio di ferro tra l'associazione di idee maremmana, l'agenzia di Milano (Cbs) concessionaria degli spazi pubblicitari e l'agenzia grossetana (Semar) che si è occupata in città  dell'affissione del manifesto. “La Cbs di Milano – ha aggiunto Rossi - ha inviato alla Semar di Grosseto una diffida, chiedendo la rimozione in anticipo del manifesto. In considerazione di ciò, la nostra associazione ha diffidato Semar e la Cbs ad oscurare il cartellone prima di martedì. Riteniamo che manchino i presupposti legali per avallare la richiesta della concessionaria milanese. Altrimenti il manifesto sarebbe stato già rimosso”. E adesso cosa succederà?  “Alcuni legali di Milano e Torino – ha sottolineato Rossi - si sono offerti volontariamente di occuparsi della vicenda. Prima della nostra diffida, l'agenzia milanese aveva fatto sapere che, in caso di mancata rimozione, avrebbe provveduto personalmente a oscurare il manifesto. Non sappiamo adesso cosa succederà, ma per impedire la rimozione anticipata siamo disposti a ricorrere anche alle vie legali”.

 

Rossi ha parlato di censura inaccettabile: “La richiesta delle due agenzie rappresenta una forma di censura che non può essere accettata poiché limita la libertà di espressione. A Torino e a Pordenone, dove è stata promossa la stessa campagna di Grosseto, non è scoppiata una polemica simile. Nella nostra città ha prevalso una cultura più provinciale, chiamando in causa dettami morali che poi si sono rivelati inconsistenti”.

 

Determinati ad andare avanti, ma anche soddisfatti del risultato raggiunto. “In ogni caso - ha sottolineato Paolo Rossi - il nostro obiettivo è stato centrato: volevamo che si parlasse dell'argomento per sensibilizzare l'opinione pubblica e ci interessava diffondere la filosofia dei vegani. E così è stato. In questi giorni abbiamo ricevuto tanti messaggi di solidarietà. Continueremo a diffondere il messaggio vegano: per il 16 e il 23 marzo abbiamo già in programma in città altre iniziative di sensibilizzazione”.
Maria Brigida Langellotti