Grosseto, 29 maggio 2012 - OLTRE a manifestazioni culturali e gastronomiche, Capalbio potrebbe dotarsi ora anche di una spiaggia per nudisti. L’indiscrezione, che da qualche settimana corre nei corridoi del palazzo municipale, ha tutti i crismi per diventare una concreta proposta da discutere e approvare. Peraltro l’associazione Unilazio sta promuovendo d anni iniziative mirate a localizzare anche sul primitivo litorale capalbiese in tratti poco accessibili un’area regolamentata per il turismo naturista. E anche vero che ormai da tempo c’è una fetta di litorale – tra Chiarone e Macchiatonda – dove gli appassionati di naturismo si ritrovano per prendere il sole come mamma li ha fatti.

 

E che il passaggio equivarrebbe a legittimare con delle norme una zona che si trova nell’area in cui ricadono alcuni accessi al mare dei casali della Sacra, frequentati in particolare modo durante la bella stagione. Da mesi la società, il Comune, comitati e confinanti per la nota vicenda biogas, hanno dato vita a un braccio di ferro che ha raggiunto le aule del Tar. Il primo round se lo è aggiudicato l’ente, ma la partita è ancora lunga. Il presidente di Sacra, Carlo Puri Negri, anche recentemente ha riaffermato che nell’area agricola dell’Origlio la presenza di un impianto a biogas non solo non comporta alcun onere all’intorno, ma addirittura ne rappresenta un valore aggiunto.

 


IN UN QUADRO di accuse e difese spunta ora quella che potrebbe rilevarsi una novità estiva pensata in tempi non sospetti – prima cioè dell’ordinanza del Tar che confermato la delibera di annullamento del piano aziendale in cui rientrava il progetto di una centrale a biogas da biomasse – e che qualcuno ha già battezzato come ‘uno sgarbo’ a Carlo Puri Negri. «Una spiaggia naturista — si sente dire — non fornirebbe danni all’intorno e come forma innovativa di turismo di nicchia garantirebbe un valore aggiunto con ricadute positive su territorio e reddito di strutture dell’accoglienza.
Claudio Bellumori