Grosseto, 7 marzo 2012 -  «VENDO un rene». L’annuncio choc di una donna disperata. E colpisce ancora di più che arrivi da una persona che fino a qualche tempo fa avremmo potuto definire della media borghesia. Vedova di un pediatra, la sessantacinquenne Adriana Omizzolo vive in un piccolo appartamento nel centro di Roccastrada. Sul tavolo della cucina si sono ammassate le bollette. «Non so più come pagarle, sono diventate il mio incubo, mi tolgono il sonno. Non ho nemmeno un frigo e sa perché? Non saprei cosa metterci dentro. Nessuno può aiutarmi. Ho già rinunciato all’acqua calda e ai termosifoni per non pagare il gas».

Si è rivolta ai servizi sociali?
«Sì, stanno analizzando la mia situazione. Ho portato all’assistente sociale di Roccastrada il modello Isee e il cumulo di bollette, ma non so se potranno darmi un contributo».

Non ha la pensione?
«Prendo le pensioni di reversibilità di mio marito che era medico pediatra e medico scolastico. Ma una parte va alla ex moglie che percepiva l’assegno di mantenimento dopo il divorzio. A me rimangono 700 euro al mese. Ma, oltre alle bollette e alle spese per il mangiare, ogni mese devo pagare 253 euro per un finanziamento che finirò di rimborsare tra quattro anni. Se non avessi questa casa, per quanto in comproprietà con i due figli di mio marito, sarei una barbona. Ho difficoltà a muovermi e lavorare, sono invalida al novanta per cento a causa dell’artrite reumatoide che mi ha colpito sedici anni fa. E non posso prendere la mia pensione poiché ne percepisco già due. Facevo la contabile».

Nessun familiare può soccorrerla economicamente?
«Ho un figlio che fa l’operaio, ma deve già pensare a sé e al suo bambino piccolo. Da 6 anni è rimasto vedovo, la moglie è morta di tumore».

Viveva in questa casa con suo marito?
«No, da Milano ci eravamo trasferiti al casale Il Camaiano. Quando otto anni fa sono rimasta vedova, ho chiuso l’attività di agriturismo. E da giugno dello scorso anno mi sono spostata in questo appartamento di 50 metri quadri con l’idea di vendere il casale, di cui sono erede insieme ai figli di mio marito. Ma le persone che avevano promesso di acquistarlo ci sono andate a vivere senza avermi dato un euro, nemmeno di affitto. Per questo mi sono rivolta all’avvocato Remigio Giorgi».

Si rende conto della gravità del suo annuncio?
«Questa non è vita, è strisciare. Mi sono rimasti 17 euro sul conto corrente». La testa si china in un pianto liberatore.

                                                                                                                                                          IRENE BLUNDO