Grosseto, 24 febbraio 2012 - Dall'intonaco è affiorata, inaspettata, una fascia decorativa. Alla chiesa di Sant’Antonio, nel cuore del borgo medievale di Caldana, durante i lavori per il rifacimento del tetto e della facciata è stato scoperto un affresco databile tra la fine del diciassettesimo secolo e gli inizi del diciottesimo. Il restauratore Marco Marchetti ha già eseguito dei saggi per capire quale sia l’estensione dell’affresco.

 

Probabilmente si tratta di finte architetture per abbellire l’oratorio che è stato costruito nel 1670. Salendo sui ponteggi si può ammirare da vicino il decoro, in cui domina il colore blu, trovato in alto sulla parete destra. Ieri mattina la visita delle rappresentanti delle Soprintendenze per i Beni storico artistici e per i Beni architettonici di Grosseto e Siena che hanno espresso parere favorevole al rinvenimento dei dipinti murali, concertando di essere informate durante il proseguimento dei lavori. Al summit hanno partecipato anche Olivia Bruschettini, responsabile dell’ufficio Beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Grosseto, la storica dell’arte Laura Simbula, e l’architetto Barbara Fiorini a cui è stato affidato il progetto per l’illuminazione.
 

 

Nell'interno a navata unica spicca l’altare maggiore di stile barocco eretto in gesso dipinto dagli artisti luganesi Notari che hanno operato anche a Tirli e a Buriano. Le cornici in stucco, ai lati dell’altare maggiore, racchiudono due dipinti seicenteschi d’ambito senese. Restaurati, adesso sono stati tolti perché rischiavano di rovinarsi durante l’intervento per rendere impermeabile il tetto.
 

 

Una tela raffigura un angelo con Gesù bambino e un versetto dell’Apocalisse; mentre l’altra rappresenta San Guglielmo che invoca la Madonna, Gesù, Sant’Antonio da Padova e San Biagio contro la peste. Di queste opere si parlerà in maniera approfondita nel terzo volume della collana Contributi per l’arte in Maremma, pubblicata da edizioni effigi per l’ufficio Beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Grosseto. «Una parte del libro — spiega la storica dell’arte Olivia Bruschettini — sarà dedicata ai restauri di questi ultimi anni sul territorio provinciale. Nei precedenti volumi ci siamo occupati dell’arte e della storia nella Maremma antica, e poi del convento e della chiesa di San Francesco».
 

 

In questa terza opera figurerà anche l’affresco ritrovato nell’oratorio di Caldana, su cui Olivia Bruschettini sta conducendo uno studio negli archivi della Curia, in particolare attraverso le annotazioni delle visite pastorali. Visto che la decorazione si trova in alto, secondo il restauratore è probabile che sia presente anche in basso. Mentre gli eventuali dipinti sulla parete interna sopra la porta d’ingresso sarebbero ottocenteschi, ovvero a quando risale l’ampliamento della struttura. Fuori, al sole del borgo, gli abitanti salutano il parroco don Enzo e gli chiedono quando potranno riavere la propria chiesa. Quel che importa a tutti è che torni accessibile per il prossimo Natale, in modo da riappropriarsi del presepe monumentale. Una tradizione considerata irrinunciabile.
 

Irene Blundo