Grosseto, 22 settembre 2011  - Da scommessa, vincente, del presidente Camilli a titolare inamovibile di una difesa che si sta, sorprendentemente, dimostrando difficile da penetrare, come testimoniano le appena quattro reti prese nelle prime cinque giornate di campionato. Insomma per Emanuele Padella, al suo debutto assoluto in serie B, c’è di che gioire.
 

Dica la verità, quest’estate se lo sarebbe immaginato che avrebbe giocato da titolare in tutte le partite finora disputate?
«Sarei stato un arrogante se avessi pensato ciò. Però io faccio della grinta e della tenacia le mie armi migliori e quindi quando, anche per effetto degli infortuni di alcuni miei compagni, mi sono ritrovato titolare dalla prima giornata, ho fatto di tutto per non lasciare più questo posto».
 

Ma, speriamo presto, un giorno anche Iorio e Freddi torneranno disponibili. E allora che farà, si siederà tranquillamente in panchina?
«Guardi quest’anno il Grosseto ha cinque centrali, che a mio avviso sono tutti validi. Ci sarà concorrenza tra noi, perché a tutti piace giocare. Ma di questo la squadra non potrà che trarne giovamento. In questo senso poi mister Ugolotti è il massimo: ci chiede molto, ma ci segue con grande attenzione durante tutti gli allenamenti».
 

Lei è l’immagine della forzafisica, dell’agonismo, ma non dica che sabato a Marassi con la Sampdoria i polsi non le sono tremati almeno un po’?
«All’inizio l’emozione era fortissima: giocare in uno stadio che fino a qualche mese fa avevo visto soltanto alla televisione, farlo al cospetto di una squadra blasonata con tanti attaccanti fortissimi, il tutto con i miei genitori che mi erano venuti a vedere, altro che emozioni. Ma poi l’arbitro ha fischiato e abbiamo cominciato a giocare e penso anche bene».
 

Dica la verità: avere subito la fiducia incondizionata del presidente Camilli non le ha messo addosso troppa responsabilità?
«E’ una stata una bella sfida, che ho accettato con piacere perché le sfide mi stimolano. Ho dato il massimo e sto raccogliendo i frutti. Speriamo di continuare così. Per me e per il Grifone».