Grosseto, 9 marzo 2011 - E' morto tra le braccia della moglie, al ristorante «Piccolo Mondo» di Follonica, dove avevano deciso di festeggiare insieme la Festa della Donna. ML’ULTIMA gioia gliel’ha regalata Damiano Biggi, domenica a Celano. Una gioia grande, come grande era l’amore per la sua squadra. Con quel gol, segnato quasi allo scadere, il Gavorrano è tornato a vincere in trasferta dopo sei mesi. Un’eternità, un segno del destino. E Mario Matteini c’era, come sempre: negli spogliatoi aveva abbracciato tutti, i giocatori e l’allenatore, dopo aver sofferto in tribuna per novanta minuti. Felice per una vittoria: proprio così vogliono ricordarlo tutti quelli — e sono tanti, tantissimi — che ora piangono la sua scomparsa, a 65 anni neppure compiuti, tradito dal cuore. Mario Matteini, storico presidente del Gavorrano Calcio, è morto tra le braccia della moglie Daniela: festeggiavano l’8 marzo con una coppia di amici al ristorante Piccolo Mondo, a Follonica, e l’infarto l’ha colto dopo cena, intorno alle 22.30, quando le danze in sala erano appena iniziate. Il ballo, un’altra delle sue grandi passioni. Il tempo di un giro in pista e il cuore ha ceduto: si è accasciato senza un lamento, inutili il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale praticati dai medici del 118 e dal capitano dei carabinieri Umberto Centobuchi, a cena nello stesso locale. Il corpo è rimasto sul pavimento del ristorante, coperto da una tovaglia bianca, fino all’una di notte, quando — finalmente risolte tutte le formalità burocratiche — il feretro è stato preso in consegna dagli addetti dell’impresa funebre e trasferito a casa Matteini in via Dogana, giusto a due passi dallo stadio «Malservisi».
In piena notte la notizia è rimbalzata in un lampo da un telefonino all’altro: «E’ morto il presidente». E così, intanto, al Piccolo Mondo sono arrivati i giocatori, i tecnici e i dirigenti della società rossoblù. Tutti stretti attorno alla moglie Daniela e alla figlia Michela, ai familiari, agli amici. C’era il  vicepresidente Luigi Mansi, l’allenatore Lamberto Magrini con il vice Gianfranco Liparoto, il segretario Giampaolo Gorelli. E poi i suoi ragazzi: Galbiati, Ruscio, Sgambato, Fioretti, i Menichetti, Ortiz. E la squadra al gran completo, ieri mattina, ha reso omaggio alla salma nella camera ardente allestita nella casa di famiglia. Poi, nel pomeriggio, tutti al campo per l’allenamento. Perché domenica si gioca e il presidente avrebbe voluto così. Mario Matteini era in pensione da dicembre, dopo una vita di lavoro come commerciante all’ingrosso di carni, e da quando aveva tanto tempo libero dedicava le sue giornate alla squadra. Pochi mesi fa aveva perso un fratello, Rolando, e quella era stata l’unica volta in cui aveva rinunciato alla partita. Ieri avrebbe dovuto incontrare i giornalisti per la solita conferenza stampa del mercoledì mattina: aveva voglia di parlare, Mario, e c’è da scommettere che avrebbe regalato un titolo per l’articolo del giorno dopo. Nessuno si aspettava che fosse questo.
I funerali saranno celebrati oggi alle 15 nella chiesa di San Giuseppe, a Bagno: ci saranno tutti, dalla prima squadra ai pulcini della scuola calcio. E dire che l’adunata rossoblù era in programma sabato, in occasione di una festa organizzata dalla società al Parco delle rocce per presentare la squadra tornata al «Malservisi» dopo la promozione tra i professionisti. L’ultimo traguardo di Mario Matteini.