Grosseto, 6 settembre 2010 - Era famoso soprattutto per la sua trasmissione 'Non è mai troppo tardi', in onda negli studi Rai tra il 1959 e il 1968, trasmissione con la quale la televisione, ai suoi albori, si riprometteva di aiutare il Paese a crescere colmando in primis le lacune dell'arretratezza e dell'analfabetismo.

 

Adesso la salma del maestro Alberto Manzi è sepolta nel cimitero di Pitigliano e, secondo quanto affermato dalla vedova Sonia Boni, è stata sfrattata dal cimitero di Pitigliano. Come riportato oggi dalla stampa locale, infatti, la vedova ha dichiarato di ''avere saputo da un amico di famiglia che la salma di Alberto verrà riesumata il 13 settembre perché trascorsi più di 10 anni, come da ordinanza affissa all'interno del cimitero''.

 

''Non c' è stato alcun avviso da parte del Comune nei miei confronti - dichiara la vedova - né alcuna attenzione per le sue spoglie benché sia stato sindaco di quel paese. Mio marito entrerà come personaggio nei 150 anni della Storia d 'Italia nel 2011, c'è un Centro studi a Bologna che lavora da anni per portare avanti la sua memoria, ci sarà una mostra a Belo Horizonte in Brasile ora ad ottobre e la Rai sta preparando una fiction sulla sua vita''.

 

''Mi chiedo - osserva la signora - come può un paese dove Alberto è vissuto 13 anni e di cui è stato amministratore, essere tranquillamente sfrattato perché non è degno nemmeno di avere un pezzo di terra per riposare in pace?''.

 

Il sindaco Dino Seccarecci, sempre secondo quanto riportato dalla stampa locale, ha precisato che ''nessuno vuole infangare la memoria di Manzi'' e si è impegnato a ''contattare la vedova per trovare una soluzione e a promuovere nuove iniziative per ricordare questo illustre amministratore''. Anzi, il sindaco ha dato massima disponibilità del Comune di Pitigliano ad accogliere le richieste della famiglia del maestro.

 

Il sindaco Dino Secarecci precisa, infatti, che in base ad una legge dello Stato, attuata con il dpr 285 del 1990, l'amministrazione comunale è obbligata a emettere un'ordinanza per avvisare i familiari dei deceduti da oltre dieci anni sepolti nel 'campo comunè del cimitero affinchè compiano una scelta sulla destinazione della sepoltura definitiva dei loro defunti. "Ma questo obbligo di legge non va certo inteso come uno sfratto", sottolinea Seccarecci.