Grosseto, 2 giugno 2010 - Chiuso con quattro condanne e un’assoluzione il processo per le dodici ville abusive di Sant’Antonio. Da quel sequestro, eseguito dalla Guardia di Finanza nell’ottobre del 2007, era scoppiato il caso Campagnatico, poi arrivato, in un evolversi di indagini che si è esteso ad anni di vita amministrativa, all’inchiesta Amici Miei, che ha coinvolto l’ex sindaco Elismo Pesucci. Le dodici villette erano state costruite senza alcun permesso, secondo il giudice Armando Mammone, che dispose il sequestro preventivo per evitare che i lavori procedessero. Al banco degli accusati Giuseppe Concu, l’imprenditore sardo titolare della ditta 'Non Solo Infissi' esecutrice dei lavori, sua moglie Raffaella Taglialatela, in qualità di committente dell’opera, Stefano Rum, come direttore dei lavori, e i dipendenti comunali Lorenzo Racioppi, dirigente dell’ufficio tecnico, e Roberto Serafini, tecnico istruttore dello stesso ufficio.

 

Il giudice mise in luce subito il fatto che l’intera operazione, con tanto di cartelli, di demolizione di una stalla per la costruzione delle dodici villette, era passata inosservata agli organi di vigilanza comunali. Peraltro non un comune particolarmente esteso. Nel corso dell’udienza Racioppi aveva spiegato che il 29 ottobre del 2007 era stata presentata una richiesta di permesso a costruire in sanatoria e il Comune lo aveva comunicato alla Procura. Sanatoria poi concessa il successivo 23 gennaio con il pagamento da parte del richiedente di 63.622 euro. Al termine dell’udienza, però, con la sola eccezione della Taglialatela, assolta per non aver commesso il fatto, sono stati tutti condannati per l’abuso edilizio. Le motivazioni della sentenza contribuiranno a chiarire quale valutazione il giudice Marco Bilisari abbia dato di questa sanatoria. Le accuse erano infatti di aver realizzato senza permessi il complesso e, per Racioppi e Serafini, di aver omesso i dovuti controlli. L’imputazione parla di due Dia illegittime e di un «accordo corruttivo», per il quale però si procede in una altro processo. Serafini è stato condannato a sei mesi di arresto e 32 mila euro di ammenda, Racioppi e Concu a quattro mesi di arresto e 21.350 euro di ammenda, Rum a due mesi di arresto e 20.670 di ammenda. Pena sospesa per tutti, non menzione per Racioppi e Rum, confisca dei terreni e delle opere sequestrate.