{{IMG_SX}} Grosseto, 4 settembre 2009 - L’acquedotto del Fiora non rinuncia alla cauzione di 40 euro. Anzi. Gli amministratori del gestore unico del servizio idrico integrato delle province di Grosseto e Siena, stupiti da quello che è stato definito un ''gran clamore'' sulla richiesta di cauzione, hanno ribadito con chiarezza che non intendono cedere di un millimetro.

Almeno per quanto riguarda la loro volontà che - è emerso nella riunione di ieri con la stampa - è tale dal 2004, anno in cui l’azienda ha fatto presente per la prima volta all’Ato (Autorità di ambito) la necessità di una cauzione, ricevendo fino allo scorso anno la solita risposta: 'picche'.

 


"L’assenza di una garanzia sui mancati incassi - ha spiegato l’amministratore delegato del Fiora, Paolo Pizzari - è un’anomalia di questa azienda, perché ogni altra società che gestisce un servizio, su tutto il territorio nazionale, la pretende. Si tratta di una somma a garanzia delle morosità, ma che permette all’azienda anche di avere fluidità di cassa. A garanzia del servizio". All’eccezione fatta a Pizzari che in quanto cauzione è una partita di bilancio non utilizzabile, l’amministratore ha replicato che "l’azienda è tenuta a garantire la restituzione agli utenti, in qualsiasi momento questi lo richiedano, ma che le somme possono essere utilizzate".

 

Si prospetta, quindi, un braccio di ferro tra il Fiora, che comunque dovrà attenersi alle scelte dell’assemblea dei sindaci dell’Ato, e alcuni primi cittadini, considerando che anche i due segretari provinciali del Pd grossetano e senese, Marzio Scheggi e Elisa Meloni, hanno chiesto di rivedere la decisione del marzo scorso. Per non parlare dei cittadini che si stanno muovendo un po’ su tutto il territorio provinciale per chiedere la soppressione di quello che ormai viene denominato 'balzello'. I quali sono riusciti a mettere insieme, per ora, oltre tremila firme. O "uno zero virgola" come, "pur nel rispetto di chi sta portando avanti l’iniziativa" è stato definito dal presidente del Fiora, Claudio Ceroni, che nell’incontro di ieri ha parlato per quaranta minuti. Partendo dall’elencare i risultati ottenuti dall’azienda negli ultimi anni. "Fino ad arrivare - ha commentato Ceroni - ai due milioni di euro di utile registrati nel bilancio dello scorso anno. Di recente c’è stato un grosso intervento alla condotta di Baccinello che avrebbe potuto creare gravi problemi alla fornitura idrica, almeno in mezza provincia e nessuno si è accorto di niente. Alcuni anni fa questo non succedeva, sfido chiunque ad affermare il contrario".

 

"Quanto alla decisione dei sindaci di rivedere la scelta di marzo - ha proseguito Ceroni - se la cauzione verrà cancellata, l’azienda non potrà che prenderne atto, ma a quel punto l’assemblea dell’Ato presti attenzione non solo a chi paga regolarmente, ma anche a chi non lo fa, perché l’azienda ha necessità di finanziamenti. Un gran can-can è stato fatto su una prassi che è nazionale. Tutte le idee sono da rispettare, certamente, e noi lo facciamo, ma poi dobbiamo fare i conti con un Piano di investimenti cui il Fiora non può rinunciare". A buon intenditore... I sindaci se decidono di togliere la cauzione, trovino i soldi per sopperire a questa mancata entrata.

 

Interessanti le cifre che sono state fornite nel corso dell’incontro: 230mila gli utenti attuali del Fiora, tra Grosseto e Siena e duemila i nuovi contratti che in media vengono stipulati dall’azienda. Duecentomila i milioni di euro che l’Acquedotto ha chiesto come finanziamenti, da spalmare in un arco piuttosto lungo di anni. La cauzione, ci sembra di avere capito dalle parole dell’amministratore delegato, non servirebbe e non potrebbe neanche essere -considerato che potrebbe apportare "soltanto" ottomila euro (per Ceroni) e cinquemila (per Pizzari) - una garanzia indispensabile per ottenere fondi dall’istituto di credito. "No, però darebbe l’idea di un’azienda solida - ha concluso Pizzari - affidabile. Con gli ultimi avvenimenti, certo, i nostri amministratori (i sindaci) non hanno contribuito a dare questa immagine. Anzi. E sarà difficile far cambiare idea a chi non ha perso un po’ di fiducia".