Zero sterline per Boruc Il portiere dai due volti

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No, definirlo un bidone sarebbe assolutamente ingeneroso. Artur Boruc, portiere polacco (scuola Legia Varsavia), portato in fretta a Firenze nell’estate del 2010, dopo una lunga esperienza nel Celtic, in Scozia, Boruca, dicevamo, – se non fosse stato per il brutto infortunio subito da Frey in quegli anni –, sarebbe transistato dall’avventura in viola come una meteora. Nemmeno troppo pregiata. Pagato poco meno di un milione e 300mila euro (2010), il tempo di bruciare i due anni di contratto, e poi via in Inghilterra, da svincolato, a zero euro (o sterline, in questo caso), al Southampton.

Insomma, Boruc, pur sbarcando a Firenze con obiettivi e ambizioni e soprattutto dopo essersi conquistato il posto con Frey prima ko e poi ceduto al Genoa, evidentemente aveva convinto poco. E altrettanto evidentemente, nessuno aveva voglia di continuare con lui. Primo, evitando la discussione del rinnovo del contratto in scadenza alla fine della stagione 2012; secondo, non preoccupandosi minimamente quando il manager del portiere fece sapere al club che per il suo assistito era pronto un buon contratto in Inghilterra.

Non bidone, dunque (perché qualche buona parata Boruc la regalò), ma meteora. La ragione? Forse il carattare. A volte chiuso e allucchettato trasformando il giocatore in un elemento impenetrabile; altre volte espansivo, forse troppo, e magari quasi sopra le righe e di conseguenza difficile da arginare. Fatto sta che l’avventura fiorentina di Boruc si chiuse senza rimpianti. Per nessuno.

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