San Donato, Brenna non si accontenta

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"Sono davvero orgoglioso di essere il nuovo capitano del San Donato Tavarnelle". Duccio Brenna parla a chiare lettere subito dopo il pareggio contro il Rimini nel debutto storico in serie C. "Dopo cinque anni in gialloblù – prosegue –, ci tengo a mettere in risalto questa mia nuova responsabilità, un riconoscimento importante. Personalmente rappresenta un pensiero e anche una pressione in più ma lo ritengo un onore, essendo stato anche vice capitano". Il difensore fiorentino che dalla Rignanese nel 2018 approdò al sodalizio del presidente Andrea Bacci, è diventato un fedelissimo vincente del San Donato Tavarnelle. Brenna ci tiene tantissimo a sottolineare questo nuovo incarico affidatogli, iniziato da questa nuova avventura in Lega Pro, che alla prima giornata ha fatto registrare subito la spartizione della posta in palio con il Rimini.

Brenna, come giudica questo primo punto conquistato nel terzo campionato nazionale?

"E’ sicuramente di buon auspicio. Iniziare una nuova stagione in positivo serve ad avere la spinta di fiducia necessaria per affrontare le prossime partite che non si prospettano facili".

Domenica affronterete la prima trasferta in Sardegna. Che gara si aspetta sul campo della Torres?

"Sarà la seconda partita che giocheremo contro una neopromossa, contro un’ avversaria diretta che avrà il dente avvelenato per via della sconfitta subita sul campo della Virtus Entella. Sarà un sfida molto impegnativa, un banco di prova utile per noi a non ripetere alcuni errori commessi contro il Rimini. Con la Torres sarà una sfida importante fra matricole che proveremo a capitalizzare al massimo, consci che il mercoledì successivo in casa, nel turno infrasettimanale avremo la Carrarese".

In questa fase di preparazione, quale dei suoi compagni che non conosceva la sta impressionando?

"In particolare tutti. Sono ragazzi che si sono messi subito a disposizione della squadra. Il loro contributo sarà decisamente importante per arrivare all’obiettivo finale, quello della salvezza".

Giovanni Puleri

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