Rugby, quando a vincere è soprattutto l’uomo "Non puoi fidarti di gente così": storia unica

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E’ l’avventura sportiva ma soprattutto umana intrapresa mezzo secolo fa (49 anni, per l’esattezza) da un gruppo azzurro un po’ sui generis, perchè allora la Nazionale era quasi dilettantismo puro e tra l’altro uscivano da una recente sconfitta col Portogallo.

E’ questo il cuore di "Non puoi fidarti di gente così", il libro di Massimo Calandri (Mondadori) dove il rugby racconta una storia che corre oltre i confini dell’evento sportivo.

Succede che il Sudafrica e la Rhodesia – in quel tempo al punto più basso dell’apartheid (Mandela in galera, il massacro di Sharpeville) – e boicottate da tutto il mondo, perchè quando gli Springboks vanno a giocare all’esterno scoppiano disordini con migliaia di arresti - cercano disperatamente di far venire da loro qualche squadra pagando tutte le spese, ma nessuno accetta.

Nessuno tranne l’Italia, che parte praticamente di nascosto. I ragazzi compiono letteralmente un viaggio dall’altra parte del mondo: sul campo e soprattutto fuori, ne scoprono la violenza e la straordinaria bellezza. Nove partite e una sola vittoria, col Sudafrica. L’ultima partita, la più dura, col Transvaal, i nostri meriterebbero di vincerla ma vengono derubati - per ammissione degli stessi giornalisti boeri - dall’arbitro.

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