L’ultima e unica soddisfazione

Da inizio stagione Nico ha disputato una gara intera col Twente e altri 36 minuti fra coppa e campionato. Il problema va via e poi si manifesta all’improvviso. Necessario valutarlo ogni 24 ore senza forzarne il rientro

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L’inizio di stagione di Nico Gonzalez è stato un mezzo incubo. Da salvare solo la partita in casa contro il Twente, l’unica nella quale ha giocato da titolare e sempre l’unica nella quale ha segnato. Per il resto una via crucis, con 18 minuti complessivi tra Cremonese ed Empoli ed altri 18 nel finale di match in casa del Twente. La sintesi? Bottino misero, per quello che tecnicamente è il giocatore più forte di tutta la rosa. Le difficoltà realizzative della Fiorentina si spiegano (in parte) anche così.

Risolto il problema all’anca, ci si è messa una subdola tallonite a tormentare l’esterno argentino. La situazione l’ha spiegata bene anche Vincenzo Italiano. Il dolore al tallone arriva all’improvviso, magari dopo un allenamento nel quale non si è manifestato. L’imperativo è quello di non forzare e di valutare il calciatore giorno dopo giorno. Anche in ottica Bologna l’incertezza resta, perché Gonzalez sente ancora dolore seppur la sintomatologia sembri un po’ migliorata con il passare dei giorni.

Da maneggiare con cura, a questo punto, anche la pre-convocazione con l’Argentina che è arrivata nella sede della Fiorentina nei giorni scorsi. È una prima lista (di cui fa parte anche Quarta) che poi verrà scremata in vista degli impegni amichevoli di preparazione al Mondiale contro Honduras e Giamaica. Normale che durante la sosta, anche se Nico fosse completamente guarito, Italiano preferirebbe averlo con sé al centro sportivo per recuperare il terreno perduto a livello atletico.

Alessandro Latini

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